La Regione prova a fare scendere in campo i medici di famiglia per stroncare le lunghissime liste di attesa, mettendo otto milioni di euro, ma gli stessi dottori scarseggiano e i malati sardi sono sempre più abbandonati e rischiano la vita. No, non è una esagerazione: se hai necessità di un farmaco ma nessun può prescrivertelo, sono dolori. E tanta angoscia e paura. Come nel caso di Sandro Basciu, 58enne di Carbonia, accudito dal fratello Antonio, di tre anni più giovane: “Ho anch’io problemi di salute, ma l’sos voglio lanciarlo soprattutto per mio fratello. Da quando ha avuto un ictus è paralizzato in carrozzella, non potrebbe mai stare da solo. Il nostro medico di famiglia è andato in pensione, è sempre stato lui a prescrivergli le medicine salvavita. Non hanno trovato un sostituto”, racconta Basciu, che dopo una condanna nei primi anni Duemila ha ottenuto vari permessi e può uscire per qualche ora ogni giorno: “Il tempo per andare a fare la spesa e in farmacia, ma senza le ricette ci sentiamo abbandonati. Nessun aiuto nemmeno dagli ospedali, questo è un problema che può risolvere solo la politica”, precisa il cinquantacinquenne.
Altro problema, non sapere se si ha una malattia e non poterlo scoprire prima di quattro mesi e solo se si macinano 500 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno. È il caso di Andrea Cocco, operaio 55enne di Selargius: “, Ho fatto l’esame del sangue ed ho scoperto di avere la glicemia molto alta. Il mio medico di famiglia ha scoperto che sono intollerante al glucosio e mi ha prescritto una visita diabetologica. Ho contattato il Cup, ricetta alla mano”, afferma Cocco. “Mi hanno proposto appuntamenti con vari diabetologi a distanze eccessive. O Castelsardo, il 18 gennaio 2023, o un po’ prima ma a Terralba. Opzioni improponibili per me, sono luoghi troppo distanti. Tanto vale pagarmi il controllo da un diabetologo privato, ma mi chiedo perché devo scucire soldi se in Italia, e la Sardegna è una delle sue regioni, il diritto alle cure è e deve essere garantito gratis”.









