La “malasanità” non guarda in faccia a nessuno, anche gli avvocati finiscono nel girone infernale di ritardi, visite impossibili anche se uno ha il portafoglio bello gonfio o, più semplicemente, un lavoro che gli consente di far fronte anche alle spese mediche. Alberto Appeddu. 50 anni, legale di Selargius, alla fine si è dovuto arrendere e, per una spirometria, volerà a Roma. Due biglietti aerei, andata e ritorno, più vitto e alloggio. “Certo, posso pagare”, afferma, “ma penso a chi si trova in difficoltà, e tutto ciò mi fa imbestialire”. Promette battaglia, Appeddu, e lui che è un legale molto noto per le battaglie contro le abitazioni messe all’asta e altre “disgrazie sociali”, sa sicuramente come districarsi tra le maglie della giustizia. Ecco, di seguito, quello che lui stesso ha definito un “caso di malasanità”.
“Il 24 aprile, mentre ero a cena fuori, mi sono addormentato improvvisamente e poi, per 20 minuti, mi si è paralizzato il corpo e non riuscivo a parlare, con dolori al petto e problemi di respirazione. Il medico di famiglia mi ha prescritto una serie di visite. Faccio, naturalmente a pagamento, esami del sangue, visita cardiologica, ecodoppler e visita neurologica. Soffrendo di apnee notturne ed avendo avuto un episodio analogo a Trieste un anno fa, quando mi sono addormentato improvvisamente e sono finito contro un muro, mi ha prescritto una spirometria globale con contestuale visita pneumologica, con priorità 10 giorni. Chiamo il numero di prenotazione del Cup dell’azienda sanitaria locale ed ovviamente, come per le altre visite, in convenzione non c’era nulla. Mi hanno rimandato al numero intramoenia a pagamento e, ironia della sorte, dal 17 maggio ad oggi, neppure a pagamento si poteva fare questa analisi. Per poter chiudere questo primo ciclo di analisi ho prenotato in un centro a Roma. Risultato: per fare questa analisi in privato, oltre ai giusti 250 euro per la prestazione, mi devo pagare viaggio di andata e ritorno, vitto ed alloggio. Ora, anche se mi secca, me lo posso permettere, ma se fossi uno dei miei clienti sovraindebitati o esecutati o semplicemente un soggetto non abbiente, cosa avrei dovuto fare? Non curarmi? Quando tornerò, per dare una lezioncina all’azienda sanitaria locale, intendo richiedere oltre alle spese vive sostenute, anche i danni morali, valutando anche l’ipotesi di una denuncia contro ignoti per omissione d’atti d’ufficio, anche perché mi fa adorare che tanti soggetti meno abbienti di me debbano rinunciare a curarsi, per il cattivo funzionamento di una sanità pagata con i soldi presi dalle tasse di tutti. Vergogna”.










