Se fai il bene avrai, alla fine, sempre ragione. E, anche, successo nelle iniziative che hai deciso di intraprendere. Dev’essere questo lo slogan che si sono messi in testa Michele Allodi, 47 anni, e sua moglie Simona Cao, di 44. Da qualche anno si sono rimboccati le maniche per aprire la prima casa famiglia per bimbi orfani e disabili in quel di Selargius. Da un lato hanno trovato tanti aiuti e solidarietà ma, purtroppo, a gennaio hanno avuto modo di conoscere, in anonimo, dei balordi che, con un codice Iban falso scritto in una fattura, hanno rubato alla coppia tredicimila euro. Una cifra importante, destinata all’acquisto di oggetti per la futura casa. A distanza di mesi le indagini dei carabinieri non sono ancora terminate e la coppia non sa se riuscirà a riavere indietro il tesoretto: “Ma, intanto, siamo andati avanti e la struttura è quasi pronta”, annunciano, felici, a Casteddu Online. La scelta di adottare una bambina, poi la volontà di dedicarsi anima e corpo al settore del sociale. Killia, culla in sardo, ecco qual è il nome della realtà che aprirà presto i battenti in via San Nicolò: “Contiamo di tagliare il nastro entro l’anno. Ci saranno a disposizione cinque posti per altrettanti bimbi senza genitori e affetti da disabilità. Siamo pronti, anche interfacciandoci con le istituzioni, a dare il nostro contributo in un settore tanto delicato quanto importante. Ogni bimbo avrà a disposizione educatori e personale che lo seguirà costantemente”.
Il traguardo è vicinissimo: “Abbiamo aperto una raccolta fondi, un crowdfounding: “Trentamila euro per gli infissi e gli ultimi ritocchi alla struttura”. Intanto, su Facebook campeggiano già le foto delle camerette, coloratissime e super comode, pronte a ospitare i piccoli: “Certo, all’inizio non è stato facile, tra burocrazia e impegni da rispettare. Ma nella vita serve perseveranza”, proseguono Michele Allodi e Simona Cao, “solo così si riesce a ottenere il risultato che uno si era prefissato”.











