Un incontro carico di emozione e speranza, quello avvenuto ieri tra Maria Lidia Pistis, mamma di Giacomo Solinas, e la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde. La donna ha voluto ringraziare pubblicamente la governatrice per l’ascolto e la sensibilità dimostrate: “Per noi oggi è stato un giorno memorabile, l’incontro con la Presidente Todde è stata un’esperienza emozionante e fruttuosa. Lei e la sua assistente ci hanno accolto con generosa affabilità. Per la prima volta da che è scomparso nostro figlio Giacomo, siamo stati ascoltati con dedizione. Abbiamo percepito nei suoi occhi tutta l’empatia e la buona volontà necessarie affinché emerga al più presto ciò che è successo l’8 luglio 2023… perché solo partendo da quel giorno si può arrivare a dove è Giacomo ora”. Giacomo Solinas è il 40enne di Gonnesa scomparso l’8 luglio 2023 in circostanze misteriose, senza lasciare tracce. Da quanto emerso, stava attraversando un periodo di forte fragilità interiore.
Subito dopo la scomparsa si erano attivate le ricerche, senza risultati definitivi. La sua famiglia, tuttavia, non ha mai smesso di lottare, appellandosi costantemente alle istituzioni. Una settimana fa, il Presidente della Repubblica ha trasmesso al Prefetto una lettera scritta proprio dalla madre del ragazzo. Lei stessa ha raccontato: “Ieri c’è stato un incontro tra noi familiari e il Prefetto, il quale si è dimostrato sensibile e ci ha assicurato che le indagini per la scomparsa di Giacomo andranno avanti con dedizione”. Parole che rinnovano la speranza e testimoniano la forza di una madre che non si arrende. “Il giorno dopo la denuncia si sono susseguite le ricerche, ricerche intensissime, con tutti gli strumenti necessari per la tua ricerca, coordinata da Giorgia e dal nostro amato sindaco Pietro Cocco, entrambi non si sono risparmiati né in termini di tempo né in termini di energie. Così come loro, anche tutti i corpi chiamati alla ricerca, i cacciatori, i Barracelli e tanti tanti volontari”. Giacomo aveva lasciato soltanto una borsa tra i rovi. Per due mesi, la famiglia ha vissuto nella convinzione che fosse morto. Poi, la speranza. “Le modalità della tua scomparsa enunciavano che, a causa del tuo grave malessere dell’anima, avevi scelto di tagliare i ponti dalla realtà che ti ha causato tanta sofferenza. Abbiamo vissuto il lutto per due mesi, avendo trovato la borsa con gli indumenti abbandonata tra i rovi. Dopo due mesi imprigionata in casa ad aspettare la notizia dell’epilogo peggiore, la speranza di ritrovarti in vita si è generata in me”. Da allora Maria Lidia Pistis non ha mai smesso di cercarlo, sostenuta da associazioni, amici, perfino sconosciuti.
“Abbiamo condiviso locandine in nove lingue diverse grazie alle traduzioni effettuate da nuove amiche che si sono rese disponibili e alle quali ringrazio calorosamente, e che hanno condiviso con costanza e determinazione”. Il suo appello è anche un messaggio d’amore universale: “Spero tanto che tu possa leggere questa lettera e di essere stata abbastanza convincente nell’esprimere tutto l’amore che ti circonda. Tutto il paese e non solo, hanno imparato ad amarti per come sei: un ragazzo adorabile, semplice, intelligente e forse troppo sensibile… ma ricordati quello che ti ho sempre detto: la sensibilità non è un difetto, ma un valore aggiunto. Ora sei il fratello, il figlio, lo zio, il nipote di centinaia di persone. Perciò non temere di tornare perché sarai accolto a braccia aperte da centinaia di nuovi amici e da tutta la comunità. Puoi anche farci sapere che stai bene e che hai trovato il tuo equilibrio altrove, va bene anche così”. Una madre che non smette di sperare. Un figlio da ritrovare. E un’intera comunità che aspetta ancora di riabbracciarlo.












