Dall’invenzione di nuovi terreni di coltura allo studio della competizione fra microrganismi, dall’osservazione di insetti capaci di digerire le plastiche a monitoraggio e previsioni meteo, con tanto di relazioni finali, pubblicazioni, lezioni ai bambini delle elementari e partecipazione alla ‘Notte dei Ricercatori’. Fanno ricerca, sperimentano, osservano, studiano e poi elaborano i dati: sono un centinaio di studenti dell’Istituto Tecnico De Santis Deledda di Cagliari, che ancora una volta si conferma scuola antesignana e all’avanguardia nello sperimentare progetti innovativi, orientati al futuro e fortemente coinvolgenti per i ragazzi, grazie al supporto della dirigente Maria Rosaria De Rosa e a insegnanti convinti che, trovata la chiave giusta, è un attimo aprire cuore e cervello dei ragazzi al desiderio di imparare di più e meglio. Come è successo al centinaio di studenti degli indirizzi sanitario e ambientale, alcuni impegnati nell’alternanza scuola-lavoro, che hanno lavorato un intero anno con grande entusiasmo.
E dunque, ricercatrici e ricercatori del futuro crescono a pane e laboratori fra le aule del De Sanctis Deledda. Guidati dalla docente di Microbiologia Laura Bifulco che, insieme alle tre colleghe del team Daniela Fadda, Emanuela Ferru e Tiziana Tomasi, ha creduto immediatamente nel progetto partendo da una domanda: si può fare ricerca scientifica a scuola? La risposta è nei fatti: laboratori super attrezzati, ragazzi entusiasti, risultati concreti, progetti per il futuro. Perché la scuola, se sa reiventarsi e andare incontro ai bisogni dei più giovani, ottiene risultati straordinari.
Ed eccoli, i progetti degli studenti, che fanno venir voglia di mettersi a studiare anche solo a leggere i nomi: “Walking in his footsteps: sulle orme di uno scienziato”, “The long winding road: la lunga strada alla ricerca di nuovi antibiotici ” e ancora “Combattere o collaborare? Quando l’unione fa la forza” fino a “Vite al limite, dal passato: gli ostracodi”.
L’idea di partenza è stata quella di ripercorrere le orme dello scienziato cagliaritano Giuseppe Brotzu, che iniziò la sua ricerca di batteri e microrganismi nelle acque del porto di Cagliari, di cui non c’era traccia evidente ma che di sicuro, sosteneva, dovevano essere presenti. “Ci siamo ispirati proprio al metodo e al lavoro di Brotzu per spiegare ai ragazzi quale fosse la filosofia alla base del progetto e in che modo era utile procedere”, spiega la professoressa Bifulco. “Ci siamo occupati di antibiotici e di competizione fra i microorganismi, abbiamo analizzato le acque del mare e quelle dolci, abbiamo monitorato il suolo e cercato di carpirne i segreti, con un entusiasmo crescente dei ragazzi che sono stati i grandi protagonisti di questo esperimento”.
Ci sono poi gli insetti mangia plastica: e lì, la vera sfida è stata fra superare la ritrosia dei ragazzi a occuparsi di vermi. “Una sfida vinta – sorride Bifulco – perché è vero che all’inizio di tenevano a distanza, ma poi col passare delle settimane erano loro stessi a occuparsene e prendersene cura, a pesarli e nutrirli, preoccupandosi che stessero bene. Questo progetto nasce dalla lettura di un articolo su diversi insetti presenti qui in Sardegna in grado di digerire le plastiche, in particolare il polistirolo, e dunque abbiamo voluto verificarlo, abbiamo inventato e costruito un terreno di coltura, e abbiamo constatato in alcune specie l’esistenza di un apparato digerente particolare e in grado appunto di smaltire plastica senza alcun danno”.
Per portare avanti i progetti, studenti e insegnanti possono contare su laboratori moderni e attrezzati, grazie anche ai fondi Pon per laboratori e laboratori green. Ma tutte le attività quotidiane sono interamente finanziate dalla scuola, il materiale di consumo viene procurato o acquistato e messo a disposizione dei giovanissimi ricercatori. Che hanno richiamato anche l’attenzione dei tecnici di Agris, interessati a portare avanti alcuni progetti con la scuola.
In cantiere c’è ora un progetto sul meteo, Meteonet, con monitoraggio e previsioni, che coinvolge 12 scuole cagliaritane e dove il De Sanctis Deledda sarà in primissima linea.
“Il nostro obiettivo è quello di movimentare la didattica, coinvolgere i ragazzi, sollecitare la loro curiosità. Volevamo insegnare loro a scrivere di scienza, ad articolare una relazione, a costruire protocolli, a sperimentare, spingendoli a credere in sé stessi e nelle loro potenzialità: tanti studenti hanno scoperto il piacere di fare ricerca, loro si appassionano e ci credono davvero, e noi li supportiamo con tutto il nostro impegno”, spiega ancora la docente. “I nostri progetti continueranno, alla Notte dei ricercatori presenteremo quello sugli insetti e le plastiche iniziato quest’anno, mentre quello sulla competizione fra microorganismi va avanti da 4 anni e l’abbiamo già presentato in Corsica. Li riprenderemo tutti il prossimo anno scolastico, puntando su una fase più microbiologica”.
Obiettivo finale? “Vorremmo fare una pubblicazione, sarebbe un risultato importante e una grande soddisfazione per i nostri ragazzi che tanto si sono impegnati”, conclude Bifulco.
In attesa di nuove e avvincenti sfide che, come dimostra il De Sanctis Deledda, si possono giocare, e vincere, anche a scuola.











