Sarroch, “condizioni di sicurezza gravissime all’interno della raffineria: acqua a terra, linee elettriche attive, impianti e apparecchiature non adeguatamente protette”. “Ricevuto video da una ditta in subappalto”, il Comitato Civico per la Tutela Ambientale e della Salute di Sarroch pubblica “il materiale che documenta le condizioni operative di una società non sarda in subappalto, impegnata in lavorazioni all’interno della raffineria, costretta a operare in presenza di
acqua a terra, linee elettriche attive, impianti e apparecchiature non adeguatamente protette”.
Una situazione di rischio gravissima, insomma, “incompatibile con i principi del D.Lgs. 81/2008, con le norme tecniche CEI e – se applicabili – con le direttive ATEX relative agli ambienti industriali a rischio”.
“Non è accettabile. I primi a rischiare sono i lavoratori.”
Il Presidente del Comitato, Giovanni Paolo Masu, dichiara:
“Ringraziamo chi ha avuto il coraggio di inviarci questo video.
Le immagini parlano da sole: queste condizioni non sarebbero tollerate in nessun cantiere civile, figuriamoci dentro uno stabilimento Seveso ad alto rischio.
Ricordiamo a tutti che i primi a subire l’inquinamento e la mancanza di sicurezza sono proprio le maestranze, comprese quelle delle ditte esterne e non sarde.”
Richiesta di intervento immediato, il Comitato chiede che la società “intervenga immediatamente per mettere in sicurezza l’area e verificare le condizioni operative delle ditte appaltatrici e subappaltatrici.
Le autorità competenti (SPRESAL, NIL, ITL, CFVA e Prefettura) valutino con urgenza l’apertura di un accertamento ispettivo. Sia garantito il pieno rispetto delle norme, senza eccezioni né zone grigie”.
Il Comitato ribadisce la propria linea: “Noi saremo sempre dalla parte dei lavoratori.
Le persone che ogni giorno entrano in raffineria per lavorare non possono essere esposte a rischi evitabili.
Queste immagini sono gravi, siamo davanti a una falla di sistema che va chiusa subito.”












