Sardi trapiantati pronti a fare incetta di medaglie: “Newcastle, stiamo arrivando”

Sono nove gli atleti isolani pronti a gareggiare tra ciclismo, atletica leggera, bowling e petanque alla 21esima edizione del World Transplant Games in Inghilterra. La più giovane ha solo 15 anni, il più grande settantasette: “Pronti a stupire tutti, nella vita siamo abituati a superare e vincere tutte le difficoltà”


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La più giovane partecipante ha 15 anni, il più grande ne ha 77, ma sono accomunati dalla stessa voglia di partecipare e di vincere a Newcastele, dopo aver affrontato la sfida più grande, quella del trapianto. Fanno parte della Nazionale Azzurra – 49 atleti trapiantati, 35 uomini e 14 donne – pronti a partire per gli imminenti campionati mondiali che quest’anno si svolgeranno dal diciassette al ventiquattro agosto in Inghilterra, cercando di bissare i successi di medaglie ottenuti nel 2017. A rappresentare la Sardegna ci saranno Stefano Caredda, Gianni Fadda, Daniela Medda, Enrico Pitzalis, Paolo Perra, Gianni Ottaviani, Sergio Rizzardini, Walter Uccheddu e Pino Argiolas: tutti loro testimonieranno come l’attività fisico-sportiva post trapianto possa giovare, a prescindere dall’età, ed essere un’occasione di ritorno alla vita. Dopo l’esperienza dei campionati europei che nel 2018 si sono svolti per la prima volta in Italia, a Cagliari, quest’anno prenderanno parte ai Wtg nove atleti – sette della Prometeo Aitf Odv e un atleta dell’Asnet – che si sono allenati tutto l’anno per arrivare preparati a questo appuntamento che può considerarsi una piccola Olimpiade dei trapiantati, visto il grande numero di partecipanti di tutti i Paesi del mondo.

 

“Non posso che fare i miei migliori auguri ai nostri atleti. Una bella iniziativa. Poter riavere una vita normale, fino ad arrivare a riprendere l’attività sportiva anche a livello agonistico è un segnale importante per tante persone che hanno dovuto subire un trapianto”, dichiara l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, “una condizione che dipende in gran parte dalla qualità delle cure, per cui è doveroso ricordare che in questo campo la Sardegna rappresenta l’eccellenza”.


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