Sardegna Uno, i vertici dell’emittente televisiva sarda annunciano il licenziamento di 13 dei 26 dipendenti totali. Si tratta di cinque giornalisti, quattro operatori di ripresa, due dipendenti dell’area produzione, uno del settore amministrativo e uno di quello tecnico. Oggi l’emittente sarda ha annunciato l’avvio della procedura per la riduzione del personale, in base alla legge 223 del 1991 che disciplina i licenziamenti collettivi.
Per lunedì prossimo è stato fissato un incontro tra le parti, dopo le oltre due settimane di sciopero di quasi tutti i dipendenti che chiedono il pagamento di sei mensilità: mancano all’appello gli stipendi di novembre, dicembre e gennaio, le tredicesimo 2012 e 2013 e la quattordicesima 2013. Nel frattempo una parte dei redattori ha denunciato alla procura di Cagliari gli amministratori della televisione proprio per non aver versato al Fondo pensione complementare dei giornalisti non solo il Tfr maturato nel 2009, ma anche parte delle quote di retribuzione del 2011 e del 2013 che ogni mese venivano trattenute in busta paga. E a gennaio la Procura ha aperto un’inchiesta per appropriazione indebita.
“Sardegna Uno vive, ancora una volta, una acuta fase di difficoltà – si legge nel comunicato diffuso oggi – ma lotterà, anche in questa occasione, affinché la pluralità dell’informazione regionale non venga messa in crisi. La Tv continuerà ad esistere dotandosi necessariamente di un nuovo modello organizzativo, in assenza di imprenditori disposti a ripianare annualmente le perdite con proprie risorse personali. In merito alla scelta della Nuova proprietà, di non rispondere pubblicamente alle accuse e alle continue provocazioni, in una anomala attenzione delle altre testate giornalistiche, rispetto ad analoghe e ancor più gravi situazioni di crisi nel settore, si ribadisce ancora una volta la convinzione che l’unico modo per risolvere i problemi sia impegnarsi fattivamente alla risoluzione degli stessi.
I nuovi editori si dissociano da ogni forma di spettacolarizzazione mediatica, dal trascinamento dell’Azienda in polemiche sui social network, dalla strumentalizzazione dello stato di crisi avviata nei confronti della politica, così come da una precisa campagna di svilimento dell’immagine di un’impresa di comunicazione che vive di immagine. Queste le parole degli editori: “La proprietà ha dato ampia disponibilità al Prefetto di Cagliari, che ringrazia per il suo, purtroppo vanificato, tentativo di portare la vertenza dei lavoratori su un tavolo di concertazione consono allo scopo. Spiace constatare che parallelamente ad una imponente campagna di comunicazione perpetrata ai danni di Sardegna Uno da una parte dei suoi stessi lavoratori, non abbia mai trovato spazio ne da parte loro ne da parte delle organizzazioni sindacali, l’ipotesi di richiedere all’Azienda, fin dallo scorso ottobre, un solo incontro interlocutorio. Tutto questo ben conoscendo la manifestata disponibilità della Nuova proprietà non solo al dialogo ma anche, e soprattutto, a fare fronte unico con i lavoratori per la pretesa delle spettanze dovute all’Azienda dagli Enti Pubblici. Il recupero anche parziale di questi crediti, avrebbe consentito alla Società, di incassare quanto anticipato ai lavoratori durante i 2 anni di ricorso al Contratto di Solidarietà Difensiva, risolvendo, almeno in parte, il contingente problema di liquidità.L’auspicio che rinnoviamo è di addivenire ad un possibile dialogo civile, utile a gestire insieme un nuovo inizio. Le solide fondamenta di Sardegna 1 dovranno attraversare inevitabilmente una radicale e dolorosa fase di ristrutturazione organizzativa, per la prosecuzione di una valida e alternativa proposta editoriale”.













