“Trentasette ettari di pannelli in uno scenario mozzafiato: è inaccettabile anche solo pensare che un luogo così caratteristico possa essere sacrificato per logiche speculative. Sotto i pannelli si raggiungono 120 gradi, la vegetazione scomparirà e nessuno potrà più godersi questo angolo di natura”, denuncia il consigliere comunale Marcello Corrias, primo firmatario dell’ordine del giorno contro l’intervento. “È stato fondamentale portare la questione in Consiglio comunale, dove daremo una direttiva precisa: il colle di Sant’Elia, la Sella del Diavolo e tutti i luoghi identitari della città devono essere difesi dalle speculazioni”. L’intervento inoltre, violerebbe l’articolo 14 dello Statuto sardo, che prevede il trasferimento alla Regione dei beni statali dismessi, oltre a contrastare con le norme urbanistiche e paesaggistiche del Comune di Cagliari. Ieri, davanti al faro del promontorio, si è svolto un sit-in con striscioni e slogan eloquenti: “Giù le mani dal colle di Sant’Elia”. Cittadini, attivisti e rappresentanti istituzionali hanno chiesto con forza l’intervento immediato di Comune e Regione, prima dell’avvio della gara d’appalto. “Non è solo una questione ambientale”, ha aggiunto Corrias, “ma un attacco diretto all’identità e all’autonomia del territorio. Abbiamo voluto questa manifestazione per respingere l’ennesimo sopruso ai danni della nostra terra”. L’ordine del giorno presentato in Aula impegna il sindaco a interloquire tempestivamente con la Regione e a trasmettere la posizione del Consiglio alle istituzioni competenti. La battaglia per la tutela del colle di Sant’Elia è ufficialmente iniziata.










