Vogliono un consiglio regionale straordinario, perché – sostengono – le condizioni della sanità in Sardegna non sono più sostenibili e la vita dei cittadini viene messa a rischio ogni giorno dalla mancanza di controlli e prevenzione, dalla carenza di medici e dalla chiusura di reparti negli ospedali. Ma sul piatto delle rivendicazioni politiche e sociali ci mettono anche i costi dell’energia e dei trasporti, insostenibili e inaccettabili, chiedendo come vengono spesi i soldi arrivati dall’Europa con il piano di aiuti post Covid. Nasce con queste intenzioni San Nicola, il nuovo coordinamento cittadino di attivisti che chiedono la convocazione di un consiglio regionale straordinario in cui esporre le loro rivendicazioni, come “i servizi garantiti dalla Costituzione: riapertura e rimodulazione dei reparti ospedalieri, il reintegro di medici specialisti, medici di medicina generale, guardie mediche e pediatri”.
La protesta si estende anche sul fronte dei trasporti, con i costi proibitivi dei biglietti delle navi, della viabilità con le strade della Sardegna che cadono a pezzi e dell’energia: “E’ paradossale che la Sardegna da importante produttore, sia la principale vittima di questa speculazione. Con questi costi di produzione l’isola non sarà mai competitiva. Chiederemo conto ai nostri rappresentanti regionali dei fondi del Pnrr che devono essere usati per far rinascere questi settori prioritari della sanità e dell’economia”, dicono gli attivisti.










