Il testo a loro noto è cambiato e dunque i medici della Sardegna chiedono di fermare tutto e riaprire le audizioni nelle commissioni del consiglio regionale. Unendosi così alla rivolta guidata dalla Cgil, scesa addirittura in piazza contro la legge Bartolazzi. E la sanità – fra riforme, commissariamenti, polemiche e scontri al veleno – precipita sempre più nel caos. Anche perché i medici lo dicono chiaramente: una nuova riforma non serve, rallenterebbe ulteriormente una situazione già paralizzata a danno dei pazienti. C’è poi la questione commissari: anche qui, secondo i medici, decapitare le aziende significa creare ulteriori problemi. E qui qualcuno intravede un tentativo di blindare in qualche modo gli attuali manager.
“Dopo essere stati auditi in commissione Sanità abbiamo appreso, dalla stessa commissione, dell’esistenza di un ‘maxi emendamento’ con contenuti differenti rispetto al testo a noi sottoposto, con la richiesta di disponibilità e l’anticipazione di una nuova audizione su questi nuovi contenuti. Invece, dai media, veniamo a conoscenza della sostanziale conclusione dell’iter preparatorio della riforma, e quindi, di fatto, dell’impossibilità di pronunciarci su un testo di cui non conosciamo il contenuto”, spiegano in una nota congiunta Emilio Montaldo, Antonio Sulis e Salvatore Lorenzoni, presidenti rispettivamente degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Cagliari, Oristano e Sassari. “Confidando sulla possibilità di un nuovo confronto in merito a tematiche tanto delicate e urgenti, lungi da entrare nel merito della progettualità politica, ribadiamo le considerazioni e sollecitazioni già espresse, in termini assai preoccupati e allo stesso tempo corali, in occasioni delle precedenti audizioni”, incalzano ancora.
“Stante la precarietà e la nota sofferenza del Sistema sanitario regionale, vittima, tra l’altro, di lunghe fasi di ‘immobilismo’ gestionale in occasione delle recenti riforme, riteniamo che, in questo momento, debba essere evitato qualsiasi provvedimento che possa in qualche modo rallentare le attività delle aziende. Nella medesima ottica appare necessario rifuggire dalla creazione di ulteriori sovrastrutture centralizzate, che bloccherebbero ancora di più di quanto già avviene la gestione di attività aziendali vitali e ormai urgentissime”.
La prossima seduta del consiglio regionale sul disegno di legge sanità è intanto convocata per il 4 marzo.












