La giunta regionale della Sardegna ha dato il via libera preliminare al provvedimento che destina 3 milioni di euro, tra il 2025 e il 2026, alla riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni di specialistica ambulatoriale considerate più critiche. Le risorse serviranno all’acquisto di visite ed esami presso strutture private accreditate tramite l’Azienda regionale della salute. L’intervento, previsto dalla legge regionale 24 del 2025, punta ad accelerare lo smaltimento delle liste d’attesa nelle otto ASL dell’isola. “Mettiamo in campo strumenti e risorse per incidere su uno dei problemi più sentiti dai cittadini. Il supporto del privato accreditato, regolato da procedure trasparenti, ci permetterà di recuperare più rapidamente i ritardi e garantire equità di accesso alle cure”, spiega l’assessore regionale della Sanità, Armando Bartolazzi.
Le prestazioni al centro dell’azione riguardano cataratte, colonscopie, gastroscopie, risonanze magnetiche, mammografie e TAC, individuate come prioritarie sulla base dei dati epidemiologici e del monitoraggio delle liste.
Lo stanziamento sarà ripartito tra le ASL secondo la popolazione residente. ARES pubblicherà un avviso rivolto esclusivamente ai privati accreditati, mentre le aziende locali dovranno comunicare i fabbisogni entro dieci giorni. Gli utenti saranno inseriti attraverso agende CUP dedicate, con un monitoraggio mensile affidato ai Responsabili unici per la gestione delle liste d’attesa.
Ma, nonostante la batteria di milioni messi a disposizione, il problema delle liste d’attesa resta in tutta la sua drammaticità, un sistema incastrato in disservizi e inefficienze che rendono proibito l’accesso alle cure. E infatti, gli ulbe parlano chiaro: chi può si cura a pagamento, le visite private hanno avuto un boom del 137% in tutto il territorio nazionale. Dunque, non se ne esce: o ci si cura pagando o si rinuncia, come ormai fanno in tantissimi. A dispetto dei milioni per liste d’attesa che restano come erano.










