Una prassi comune da decenni quella che caratterizza il centro delle sculture e dei murales, adottata sin dai tempi in cui i grandi artisti come Sciola amavano riunirsi in strada allestendo grandi tavolate per brindare e mangiare tutti insieme. Un momento importante che ha sempre regalato valori importanti come l’unione e la fratellanza e che è bene che vengano sempre tramandati. Necessario però è anche l’adempimento delle disciplina burocratiche, in questo caso rapportate alla tassa del suolo pubblico. Una norma che ha fatto sorgere qualche malumore tra i numerosi conviviali ma ben spiegata dal primo cittadino Madeddu: “Abbiamo disciplinato, tramite una delibera di Giunta, le modalità per regolamentare le cene di vicinato tanto care a ognuno di noi e che servono per creare momenti di scambio culturale, sociale ed enogastronomico, non solo con i vicini ma anche con chi si ha il piacere di invitare a partecipare, nello spirito di condivisione e accoglienza.
A questo aspetto del tutto positivo, se ne aggiunge uno, forse un pochino più ostico da percepire, che è quello del pagamento al lato della richiesta, del suolo pubblico.
Questo perché il regolamento cup dice che sottrarre suolo all’uso pubblico ha un costo per legge, le esclusioni da tale pagamento sono stabilite nel regolamento cup e questo non rientra nella cause di esclusione.
Che non si sia mai pagato il suolo pubblico non significa che questo non era mai stato dovuto. Lo paga chi posiziona una bancarella, lo paga l’impresario per posizionare un ponteggio o una attività produttiva per posizionare dei gazebo, dei tavoli o delle sedie.
Per anni non si è pagato lo so, ma la legge, lo stesso codice della strada e i regolamenti comunali prevedono tale adempimento nel caso in cui l’utilizzo comporti un’effettiva sottrazione all’uso pubblico della via soprastante”.
Chi non ottempera, insomma, incorre nella violazione dell’art. 20 del codice della strada per occupazione abusiva di suolo stradale e dell’art 610 c.p. per violenza privata poiché sta costringendo chi non intende partecipare all’evento di non poter accedere agevolmente alla propria residenza. “A riguardo, lo scorso anno c’è stato un precedente di una cena di vicinato organizzata senza autorizzazione, all’insaputa degli uffici comunali con tanto di lamentela di un privato residente nella stessa strada e non partecipante alla cena.
Sino ad oggi non sono accaduti altri fatti similari, ma se ci fosse anche una sola lamentela con chiamata alle forze dell’ordine, quest’ultimi sono obbligati ad intervenire e procedere secondo la legge”.
Insomma, inconvenienti che “non credo nessuno di noi debba incorrere”.
Per il calcolo pagamento per l’autorizzazione si prenderà in considerazione solo il suolo pubblico occupato dai tavoli e sedie e non la rertante area e si tratta di somme intorno ai 20 euro.
Alla richiesta si aggiungono due marche da bollo, “che non sono per il comune e non possiamo derogare”.
Cene di vicinato si, quindi, ma con la giusta norma saldata: “Comunque già l’anno scorso, alcuni organizzatori, per la cena di vicinato con chiusura tratto strada, hanno seguito questa prassi, compreso pagamento suolo pubblico”.









