Non hanno lasciato indifferenti le parole del rapper sardo Salmo, all’anagrafe Maurizio Pisciottu, in un’intervista rilasciata a Omar Schillaci nel programma “Stories”, su Sky. “Cosa avrei fatto nella vita se non avessi fatto il rapper? Se devo essere sincero, sarei stato a Olbia, la mia città, avrei fatto tutto quello che fanno gli altri, come gli altri, cioè avere un lavoro part-time, con una famiglia disastrata e avrei fatto lo spacciatore”, ha affermato il rapper.
Sui social da ormai qualche giorno le opinioni sono diversificate ma si dividono essenzialmente in tre filoni: chi coglie l’aspetto ironico delle affermazioni del rapper, chi si indigna ritenendole offensive contro Olbia e chi, molto amaramente, ammette alcuni aspetti difficili di quella realtà.
Durante l’intervista Salmo ha raccontato vari aspetti della sua vita, compreso un brutto momento di crisi personale: “Uno dei momenti più brutti è stato quando avevo tutto. Avevo tutto ma c’era un vuoto. Stai tutta la vita avendo un obiettivo, cerchi di raccogliere il più possibile ma ti senti vuoto. E resti solo. Perdi gli amici, le persone a cui vuoi bene. Hai tutto quello che ti serve ma ti manca qualcosa e non sai cosa sia. Io purtroppo in famiglia ho il problema della depressione: mia nonna, mio padre. Ed è quella brutta depressione che non sai perché. Ti dicono: perché stai male? E non sai perché”.
L’intervista è stata l’occasione per parlare dell’altro aspetto della sua vita lavorativa come attore e regista della seconda stagione di Blocco 181: “La recitazione è un bel dolore, un bellissimo trauma, simile alla musica ma con tempi diversi. Sul set ci sono molti tempi morti, devi accendere e spegnere i sentimenti, ti scava dentro”, ha affermato il rapper. “ La gratificazione è diversa: con la musica sali sul palco, canti, la gente ti manda subito delle vibrazioni. Con il cinema devi aspettare almeno due anni per riuscire a vedere quello che hai fatto”.













