Ruba la sabbia di Is Arutas, dopo 40 anni si pente e la restituisce: “Me l’aveva detto mia mamma”

Il pentimento di una turista romana, Fabiana Di Centa. A 6 anni viene in vacanza nell’Isola e, su suggerimento della madre “perché a quei tempi non c’erano tante distrazioni”, porta via tanti granelli di quarzo della spiaggia. Oggi la redenzione: “Ho portato con me mio figlio, non si dimenticherà mai di questo momento”


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È stata per quarant’anni lontana dalla terra d’origine, ma questa mattina la sabbia di Is Arutas, che era stata prelevata da una bambina romana in vacanza con la propria famiglia, è tornata a casa. Alla presenza del sindaco Andrea Abis, del direttore dell’Area Marina Protetta Massimo Marras, degli agenti di polizia Locale e della compagnia barracellare, i granelli di quarzo sono stati riportati nella spiaggia del Sinis. Prezioso il contributo dell’associazione “Sardegna rubata e depredata”, alla quale si è rivolta la protagonista, Fabiana di Centa, per la restituzione.

 

“Avevo circa sei anni quando arrivai con i miei genitori a Is Arutas. In quei tempi non c’erano tante distrazioni e, dietro consiglio di mia madre, iniziai a raccogliere quella bianchissima sabbia per portarla via come ricordo della nostra vacanza – ha affermato Fabiana Di Centa, che questa mattina è sbarcata in Sardegna in compagnia del marito e di suo figlio Adriano di cinque anni -. “Non c’era neanche la sensibilizzazione odierna, per cui non si percepiva il danno che si stava arrecando all’ambiente”.

 

Cosciente di dover restituire quel bene prezioso, Fabiana è tornata a Is Arutas e ha lasciato che fosse proprio suo figlio a restituire la sabbia di quarzo. “Sono convinta che mio figlio non si scorderà mai di questo momento – ha detto -. Gli ho spiegato a lungo quanto fosse importante riportare la sabbia nel luogo d’origine, ma le parole non hanno la stessa efficacia dei gesti. Sono sicura che insieme alle mani del mio bambino oggi erano c’erano anche quelle di mia madre”. Il sindaco Andrea Abis ha espresso la sua gratitudine “per un gesto di grande responsabilità civica, che dovrebbe essere imitato da tanti”.


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