«Bene la rottamazione delle cartelle Equitalia, ma la misura, che potrebbe portare molti benefici alle piccole e medie imprese strette nella morsa della crisi, rischia di essere vana a causa dei tempi stretti concessi per la dilazione».
A raccogliere i malumori delle imprese è il presidente regionale di Confapi Sardegna, Mirko Murgia, che ha inviato una lettera a tutti i parlamentari sardi perché portino all’attenzione dell’esecutivo nazionale le sollecitazioni di chi in questi anni non è riuscito a far fronte ai pagamenti delle imposte e degli oneri previdenziali a causa della crisi.
«Il decreto prevede che il pagamento agevolato può essere eseguito con una dilazione massima di quattro rate trimestrali, di cui l’ultima entro il 15 marzo 2018 e che il mancato pagamento di una rata entro i termini previsti comporta la decadenza dell’agevolazione», spiega Murgia e chiarisce con un esempio.«Se un imprenditore ha un debito con il Fisco di centomila euro – somma assolutamente plausibile per una piccola azienda con qualche dipendente e con un fatturato di circa 300mila euro – con l’adesione alla “rottamazione” vedrebbe la sua cartella ridotta in media del 30-40%», evidenzia il presidente, «quindi la piccola azienda per usufruire delle agevolazioni dovrebbe corrispondere in 12 mesi un importo che va dai 60 ai 70 mila euro».
Una soluzione inutile: «Il legislatore dovrebbe spiegare in che modo un piccolo imprenditore, già in affanno, possa trovare risorse aggiuntive per 60-70 mila euro da pagare in un solo anno».
«Con ogni probabilità», prosegue Murgia, «il piano di pagamento sarà sottoscritto e rispettato solo ed esclusivamente da chi ha un carico tributario minimo che consenta, senza troppe difficoltà, il rispetto delle scadenze previste ed è difficile ipotizzare che senza una adesione massiccia da parte delle imprese, si possano rispettare le previsioni di entrata di 4 miliardi di euro quantificate dal Governo».
Per Confapi Sardegna, che chiede anche l’estensione delle agevolazioni ai ruoli emessi fino alla data di approvazione del decreto (e non solo fino a dicembre 2015), l’unica soluzione auspicabile è un allungamento di tempi di pagamento almeno in 36 – 48 mesi.













