Simone di “Basilio”: “Ristorante chiuso alle 18 e niente lavoro a Natale? Da Conte decisioni sballate”

Simone Deidda, figlio “d’arte” nel mondo della ristorazione, è molto preoccupato per il possibile stop prolungato sino al prossimo 15 gennaio: “Da 8 a 5 dipendenti, il bonus arrivato non è stato niente di che: a pranzo, a parte la domenica, non c’è quasi mai movimento”


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Altri quaranta giorni di semi-lockdown alle diciotto, questo l’orizzonte che sembra sempre più avvicinarsi a partire dal 4 dicembre prossimo, giorno in cui partirà il nuovo Dpcm del Governo Conte. La “stretta” riguarda – meglio, continua a riguardare – ristoranti e bar. Simone Deidda, figlio “d’arte” nel mondo della ristorazione (suo papà Gianfranco è il figlio di “Basilio”, primo gestore del ristorante di via Satta a Cagliari), è “preoccupato, molto. Qui lavoriamo in cinque, prima eravamo in otto. Vorrebbero toglierci anche Natale e Capodanno? Eventualmente, perchè? I coperti sono sempre quaranta, con i tavoli tutti distanziati tra loro di un metro. Cosa cambia in quei giorni? Se ci fermeranno sino al 15 gennaio, la sera, ci toglieranno anche il lavoro dei sabati, che copre come incassi quasi la metà di tutta la settimana. Sarà la distruzione, le linee guida previste da Conte sono sballate”, tuona Deidda. “Noi stiamo andando avanti per non mettere tutti in cassa integrazione”.

“Cosa ci abbiamo coperto con i ristori? Quasi nulla, siamo in affitto e abbiamo gli F24 da pagare, oltre alle tasse. Il bonus arrivato e legato alle perdite avute tra gennaio e giugno, calcolato sull’incasso del mese di aprile 2020, non è stato niente di che, non ha mica ripianato gli incassi. Siamo sempre in perdita”, osserva Deidda, “Solo nei weekend recuperiamo qualcosa. Negli altri giorni, tra lavoratori in smart working e bambini a casa, a pranzo non viene quasi nessuno”.


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