Venerdì 14 dicembre, alle 20.30 (turno A), va in scena, a chiusura della Stagione lirica e di balletto 2018, il melodramma in tre atti Rigoletto su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma Le roi s’amuse di Victor Hugo, e musica di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma, 1813 – Milano, 1901).
L’amato e popolare titolo del massimo operista italiano manca dal palcoscenico del Teatro Lirico dal 1997 (nonostante le edizioni del 2002 all’Anfiteatro Romano e dell’estate 2017 alla Forte Arena di Santa Margherita di Pula) e viene presentato in un nuovo allestimento del Teatro Lirico curato, per la regia, dal fiorentino Pier Francesco Maestrini che, a Cagliari, ha firmato Turandot di Puccini (con le scene di Pinuccio Sciola) e La campana sommersa di Respighi, per le scene e le proiezioni da Juan Guillermo Nova, per i costumi dal cagliaritano Marco Nateri, per le luci da Pascal Mérat e per i movimenti coreografici da Luigia Frattaroli. «Un Rigoletto forte che prende ispirazione dalle sale più segrete del palazzo Te di Mantova e che gioca molto sul lato cupo del protagonista e sulla sua deformità tanto d’animo quanto fisica». (Pier Francesco Maestrini)
La direzione musicale di Rigoletto è affidata alla grande bacchetta di Elio Boncompagni, classe 1933, direttore toscano ed apprezzato interprete della tradizione musicale italiana, in particolare verdiana che ritorna a Cagliari, a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro Lirico, dopo il successo dei concerti nelle stagioni 2017-2018: «il direttore d’orchestra più vecchio insieme e più giovane che io conosca» così lo ha definito il critico musicale Paolo Isotta. Il maestro del coro è Donato Sivo. Quest’edizione di Rigoletto fa riferimento, dal punto di vista sia musicale che vocale, unicamente al manoscritto di Giuseppe Verdi, al quale il maestro Elio Boncompagni, con passione ed entusiasmo, si è rivolto, con l’intento di dare una lettura schiettamente filologica del capolavoro.
L’opera si avvale di due compagnie di canto che si alternano nelle recite quali: Stefano Secco (14-16-19-21-23)/Alessandro Scotto di Luzio (15-18-20-22) (Il Duca di Mantova), Marco Caria (14-16-19-21-23)/Devid Cecconi (15-18-20-22) (Rigoletto), Desirée Rancatore (14-16-19-21-23)/Marigona Qerkezi (15-18-20-22) (Gilda), Alessandro Guerzoni (14-16-19-21-23)/Shi Zong (15-18-20-22) (Sparafucile), Anastasia Boldyreva (14-16-19-21-23)/Sarah M. Punga (15-18-20-22) (Maddalena), Leonora Sofia (Giovanna), Cristian Saitta (Il Conte di Monterone), Nicola Ebau (Marullo), Enrico Zara (Matteo Borsa), Francesco Musinu (Il Conte di Ceprano/Un usciere di corte), Ivana Canovic (La Contessa di Ceprano/Un paggio della Duchessa).
Rappresentata al Gran Teatro La Fenice di Venezia l’11 marzo 1851, prima opera della cosiddetta trilogia popolare comprendente Il Trovatore e La Traviata, il melodramma, ambientato a Mantova nel XVI secolo, è incentrato sul personaggio di Rigoletto, buffone alla corte del Duca di Mantova, e sul tenerissimo sentimento filiale che lo unisce alla figlia Gilda e che si sviluppa fino al drammatico finale. Rigoletto, buffone ma triste, rancoroso e provocatore ma dolorosamente afflitto, è dipinto da Verdi in tutto lo spessore tragico della sua condizione umana. La potenza lirico-drammatica che Verdi seppe infondere al protagonista e ai personaggi che lo circondano non aveva precedenti: da un lato Rigoletto e Sparafucile (“Pari siamo!… io la lingua, egli ha il pugnale”), fra loro diversi eppure accomunati nella morsa del dramma, il primo agisce d’istinto, ferito nel più profondo del suo segreto e unico amore, la figlia; il secondo è un cinico brigante che uccide a pagamento; dall’altro l’ingenua Gilda e il frivolo ed egoista Duca di Mantova, anch’essi divergenti, ma uniti, individuati con altrettanta penetrazione psicologica in una effusione lirica che raggiunge momenti di grande purezza.
L’opera ha una durata complessiva di 2 ore e 50 minuti circa, compresi due intervalli.












