Per un figlio cadetto dei nostri giorni ( ultimo di sei figli ) è una bella conquista essere in pole position. La copertina ,meritatissima, sulla carta patinata di For Men , rivista maschile , che viceversa è meta di incursioni femminili.La rivista dedica al giovane cagliaritano un servizio con foto e un bell’articolo.
Riccardo Spiga, classe 1985, 186 cm di armonia. In una parola: bellissimo. Addome scolpito, e muscoli segnati quel tanto che basta per regalare il giusto nerbo ad un corpo educato allo sport, al nuoto in particolare. Occhi da orientale, per dirla in musica con le parole di Daniele Silvestri. Ed è proprio grazie a questi occhi a mandorla, profondissimi che si guadagna le attenzioni delle passerelle di New York.Racconta dell’esperienza negli States con un filo di nostalgia . “Ambiente stimolante -afferma- dove è facile essere apprezzati senza troppe invidie o atteggiamenti che poco si confanno al mio carattere “.
Ma la carriera di modello inizia a Milano, la vera capitale della moda in Italia ” Avevo 21 anni -racconta-ed ero sicuramente un ragazzino che ha lottato con sacrificio per conseguire dei risultati.Tante campagne con stilisti come D&G , Ermanno Scervino, che lo hanno consacrato al Gotha della moda. “I luoghi comuni- afferma-vedono la moda un mondo frivolo e di nessun impegno , ma se vuoi emergere devi lottare, perché nessuno ti regala niente.Non basta il solo aspetto fisico. La determinazione è la chiave di volta che ti consente nuove strade”. “I miei genitori in questo -continua Riccardo – sono sempre stati molto rispettosi ed hanno sempre appoggiato ogni mia scelta. Ho sempre avuto molta libertà, in virtù del fatto che avrei dovuto cavarmela con le mie sole forze.”Un animo sportivo , quello del giovane modello cagliaritano, E da questo primo amore Riccardo non si separerà mai completamente. A Milano consegue titoli e specializzazioni che oggi gli consentono di lavorare a Cagliari, come personal trainer. Segue inoltre la preparazione di molti ragazzi che devono affrontare i Master di nuoto. “Sono fortunato- conclude – perché son tornato nella mia città, e nonostante la crisi lavoro moltissimo .Il lavoro inizia alle 7 del mattino e torno a casa alle 22. A ritmi così incalzanti non è sempre facile coniugare una relazione sentimentale stabile, ma preferisco un rapporto di qualità ad una frequentazione che può precludere all’altro i propri spazi vitali o l’affermazione di sé nel proprio mestiere”.











