Tomaso Cocco, dopo sei mesi, è un uomo libero. Lo ha deciso il gip di Cagliari che ha accolto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari, presentata dalla stessa Procura. Sono stati gli stessi investigatori della maxi inchiesta denominata “Monte Nuovo”, che ha puntato a far emergere e “spezzare” un’associazione criminale tra esponenti della criminalità Nuorese e i vertici polititi e sanitari della Sardegna, a chiedere l’ulteriore allentamento delle misure nei confronti dell’ex primario di Terapia del dolore del Binaghi. Prima accusato di associazione mafiosa, accusa poi caduta, poi trasferito in un carcere per mafiosi a Palermo e, successivamente, ai domiciliari a Tula, a casa della mamma: un’odissea lunga sei mesi per Cocco, che resta comunque indagato per associazione a delinquere finalizzata a compiere reati contro la pubblica amministrazione.
Cocco è stato difeso dall’avvocatessa Rosaria Manconi e dal collega Fabio Varone: “L’abbiamo sentito ed è soddisfatto e felice”, spiega Varone. “La speranza è che, presto, possa anche tornare a lavorare. Attendiamo di avere notizie inerenti la conclusione delle indagini”.








