Il popolo di centrosinistra ha voglia di primarie. E di scelte democratiche. L’ultima spallata all’accordo chiuso mesi fa a Roma fra Pd e 5 Stelle, con l’indicazione di Alessandra Todde come candidata del centrosinistra alle regionali di febbraio, arriva da una petizione lanciata su change.org da politici, simpatizzanti, universitari ed ex assessori regionali che in poche ore ha superato le mille firme. Una ribellione alle scelte confezionate da Conte e Schlein, nel nome di un’alleanza da rafforzare in vista dei numerosi appuntamenti elettorali, dalle regionali alle comunali di Cagliari e Sassari fino alle europee. Un’alleanza che però non va giù al popolo di centrosinistra, non solo quello oltre il Pd ma anche a buona parte del partito stesso: nel merito, per la scelta imposta, ma soprattutto nel metodo, perché nonostante l’accordo già chiuso Comandini, che nel frattempo è diventato segretario, non ne ha fatto parola e anzi ha partecipato al tavolo allargato per la scelta del candidato, condividendo l’idea del confronto e dell’indicazione del nome dopo la valutazione di tutte le opzioni.
Qualche giorno fa, la richiesta delle mini primarie da parte dei Progressisti. Oggi, l’appello online che è un durissimo attacco, senza mezzi termini, alle scelte della segreteria del Pd.
“Noi sottoscritti chiediamo a tutti i Sardi che si riconoscono nelle culture che il centrosinistra, le forze e le persone dell’autonomismo e dell’indipendentismo democratico ambiscono a rappresentare, di esigere che la candidatura a Presidente della Regione maturi in forme comprensibili e chiare e, quindi, non imposte da possibili accordi sottratti ad alcuna verifica e dibattito pubblico”, inizia la petizione lanciata dall’economista Raffaele Paci, ex assessore al Bilancio e vicepresidente della Regione nella giunta Pigliaru. “Può succedere che un’ampia coalizione di forze trovi un accordo senza che siano necessarie procedure selettive. Questo però accade nei momenti di crisi, quando si creano condizioni di necessità e di urgenza che in questo caso non sussistono. Nell’ordinarietà della vita politica, invece, accade che più persone si propongano rivendicando giustamente il diritto a confrontarsi con gli altri candidati alla stessa carica”, metodo che oggi è negato “in Sardegna, senza che ci sia una motivazione plausibile e comprensibile a tutti. Non è giusto. Non può esservi alcuna forza politica che proclami di stare in un campo democratico e che, contemporaneamente, neghi l’esercizio elementare delle regole e del dibattito nel quale si forma la pubblica opinione. Le primarie, quando esistono più persone disposte a candidarsi, non sono un optional, sono garanzia di libertà”. La petizione è firmata da diversi ex assessori regionali, universitari e semplici simpatizzanti.
Domani a Oristano è convocata la direzione del Pd: sarà, inevitabilmente, una resa dei conti.











