“Reddito di libertà”. Un sostegno, un aiuto alle donne vittime di violenza. Per emanciparsi. Per riuscire a trovare il coraggio di proseguire la strada da sole, lontane dall’orco. Per se stesse e per i propri figli. E’ l’iniziativa della consigliera regionale Alessandra Zedda, sostenuta dal Presidente della III Commissione Bilancio Franco Sabatini, proposta come emendamento in finanziaria per l’introduzione di una misura a favore delle donne che hanno subito e subiscono violenza. Non solo fisica, ma anche la più subdola, quella psicologica. Ma per poterlo fare è necessaria delle politiche a sostegno. Quello che accade infatti è che gli uomini violenti privino le donne dell’indipendenza economica. Ecco perché garantire loro le risorse per uscire dalla violenza è fondamentale. Significa una possibilità reale di uscire da una relazione violenta, rendendole indipendenti.
E’ noto a tutti che la maggior parte delle violenze avviene in famiglia, da un uomo da cui le vittime sono o sono diventate economicamente dipendenti. Non avere risorse per mantenere se stesse e, in molti casi, anche i propri figli, è uno dei fattori che incatenano le donne al dominio di un uomo violento. Da un punto di vista delle politiche, intervenire con un sostegno economico potrebbe avere effetti immediati nel garantire alle donne la possibilità di pensare e agire la propria fuoriuscita dalla violenza.
Una proposta, quella della Zedda, sostenuta anche dall’Assessore alla cultura Giuseppe Dessena: “La misura chiamata “Reddito di libertà” va nella giusta direzione, ricalcando in toto lo schema proposto nel Reddito di Inclusione Sociale, che va oltre il mero aiuto economico ma spinge per il recupero della dignità della persona. In un periodo in cui la violenza di genere non tende a diminuire, ma anzi il contrario, non si può assolutamente allentare l’attenzione”
“Per tutti questi motivi la presentazione di una legge specifica è positiva – sostengono dall’Assessorato – A questo proposito è importante ricordare che è all’ordine del giorno della VI commissione una nostra proposta di legge in tal senso “Norme per la diffusione della cultura della nonviolenza e contro la violenza di genere” che all’articolo tre “favorisce e finanzia i progetti personalizzati che permettano alle vittime di violenza di genere di superare il trauma della violenza subita”.
“L’invito che rivolgo al Consiglio Regionale – aggiunge il Consigliere Regionale Articolo 1 – SDP, Luca Pizzuto – è quello di unire le forze per arrivare a una proposta condivisa che vada in un’unica direzione: il rispetto e la difesa delle donne da qualsiasi forma di violenza”










