Cos’altro si deve scoprire per capire che il reddito di cittadinanza non è lo strumento giusto per garantire un reddito a chi ne ha realmente bisogno? Ogni giorno vengono alla luce truffe, imbrogli, giochetti, perché una cosa è certa: il reddito di cittadinanza targato 5 Stelle, voluto al grido di Onestà per abolire la povertà come giurava dal balcone il pittoresco Di Maio, ha alimentato sacche di disonestà e malavita come mai prima d’ora. E il paradosso è che non serve più neanche a incassare voti, vera ragione per cui è stato creato, visto il clamoroso e ripetuto flop elettorale dei Grillini che volevano combattere il potere e ne sono diventati l’incarnazione più efficace.
L’ultimo blitz contro i furbetti, che incassano soldi dei cittadini onestamente e faticosamente guadagnati da chi paga le tasse, ha coinvolto tutto il sud Italia.
Chi aveva la Ferrari, chi la barca, chi molteplici appartamenti, chi un autonoleggio con 27 auto, chi una scuola di ballo. E c’è persino chi si è inventato di avere dei figli. C’è un po’ di tutto tra coloro che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza tra il 1° maggio e il 17 ottobre fra Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata durante controlli mirati a verificare la reale sussistenza dei requisiti da parte dei percettori del reddito di cittadinanza. Sono 4.839 le irregolarità riscontrate, il 12% dei 38.450 nuclei familiari controllati per un campione di 87.198 persone. Ben 1.338 percettori indebiti del reddito erano già noti alle forze di polizia per altri motivi e 90 di loro hanno condanne o precedenti per gravi reati di tipo associativo, come camorristi e loro parenti. Quasi 20 milioni di euro l’ammontare della cifra complessiva indebitamente percepita.
Eppure Draghi, invece di dire basta non ha avuto la forza di scontentare i 5 Stelle che ormai pesano quasi nulla sulla bilancia politico-elettorale, ha confermato la misura anche nella prossima finanziaria.










