“Mi chiamo Anna Maria Argiolas, sono la moglie di un uomo malato di tumore. Non sto a raccontare tutta la trafila e tutto il disagio che ha dovuto sopportare mio marito. Si è ammalato che eravamo in piena pandemia, ricoverato a Cagliari a Is Mirrionis, tra pazienti spostati da un reparto all’altro solo perché nn si poteva andare a trovarli. Ora fa chemioterapia da quasi due anni ma avendo bisogno di radioterapia a Cagliari non la fanno. Perché con tutti gli ospedale che abbiamo non può farla vicino a casa? Ci indirizzano al Mater Olbia: bellissimo, nuovo, medici bravi. Ma vi sembra possibile che affrontiamo lontananza da casa, spese extra per casa d’appoggio, spostamenti e mangiare? Siamo qui da una settimana ma la macchina che usano per la radioterapia è sempre rotta. Un ospedale che e in funzione da pochi anni perché ha strumenti così vecchi? Sono macchinari che, per quello che so, costano milioni di euro. Di chi è la colpa. Per curarsi un male, la salute di mio marito e la mia sta vacillando. Siamo davvero al limite”.










