(Nelle foto, la conferenza stampa in via Nuoro a Cagliari)
di Alessandro Congia
Sono bastate appena 24 ore per dare un nome e un cognome al rapinatore solitario, (ritenuto anche seriale), che ieri sera, poco prima della chiusura, ha rapinato il supermercato Pam Amelia a Flumini di Quartu. Bottino 8mila euro: si tratta di Jean Francoise Desirè Ferrarì, 42 anni, di origini francesi ma residente a Quartu da almeno tre anni.
Questo pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa, il Colonnello Luca Mennitti, comandante del Comando Provinciale Carabinieri e il capitano Michele Cappa, del Nucleo Investigativo CC, hanno illustrato i dettagli dell’arresto dell’uomo, attualmente in cella nel carcere cagliaritano di Uta (a disposizione del pm, Daniele Caria), con l’accusa di rapina a mano armata, detenzione illegale di armi e munizioni. I militari dell’Arma (rispettivamente quelli in forza alla Compagnia di Quartu e Cagliari), subito dopo il colpo al market, avevano raccolto importanti particolari e le testimonianze dei dipendenti e della cassiera, oltre ad aver acquisito i filmati delle telecamere di sicurezza. Elementi di compatibilità con un’altra rapina simile messa a segno lo scorso 30 settembre, in via Pardinas, al market Gieffe.
L’ARRESTO. I Carabinieri tenevano comunque d’occhio l’uomo già da tempo, (personaggio che tra l’altro aveva uno spiccato accento europeo), come raccontato anche dai commessi dei punti vendita presi di mira nei blitz. Dopo una serie di indagini ed esclusi altri potenziali sospettati, il cerchio si è stretto sul presunto rapinatore, Jean Francoise Desirè Ferrarì, che è stato raggiunto nella sua abitazione tra le campagne quartesi e sottoposto a perquisizione: occultati tra l’auto, l’abitazione e una legnaia, i militari, (unitamente ai colleghi del Reparto Cinofilo), hanno rinvenuto una maschera bianca in plastica, (associata subito grazie ai video per le rapine messe a segno), circa 5000 euro in banconote di vario taglio, un fucile calibro 12, (che aveva montato anche un particolare sistema di illuminazione sulla canna), numerose cartucce, mazze da baseball, un pugnale di genere proibito, vario abbigliamento tra cui giubbotti e scarpe riconosciuti anche nei video delle telecamere di sicurezza e altra attrezzatura la cui provenienza è ancora da accertare.












