L’Altamarea di Quartu chiusa per cinque giorni, il titolare multato con 8mila euro e denunciato “per aver organizzato serate danzanti, a mo’ di discoteca con biglietto pagante, in un locale privo di agibilità”. Inoltre, al loro arrivo, sabato scorso, gli agenti della polizia di Quartu e della questura di Cagliari hanno trovato “circa quattrocento persone senza il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro tra loro stessi e, la maggior parte dei quali, privi dei dispositivi di protezione individuale, assenza di qualsivoglia autorizzazione per gli intrattenimenti danzanti e la mancanza di agibilità del locale, somministrazione di alcolici a favore di minori di anni 18, somministrazione di bevande alcoliche dopo le ore tre e mancanza di etilometro e delle tabelle riportanti i sintomi correlati all’assunzione di alcol”. Risultato: Altamarea chiusa per cinque giorni, maxi multa e denuncia al titolare, Gianni Murru. L’imprenditore, però, si è già rivolto al suo avvocato: “L’ho contattato subito”, premette Murru.
Che spiega quelle che sono le sue ragioni: “Farò ricorso, è ovvio. Non contesto le norme anti Covid, ma se faccio entrare 400 persone perchè c’è lo spazio e loro si alzano non ci posso fare niente. Succede anche nei locali di piazza Yenne a Cagliari, lì le regole non esistono? C’era un dj che metteva musica, punto, non era una serata da discoteca. Certo”, afferma Murru, “ho fatto pagare a tutti 10 o 15 euro, il costo di un drink in un locale del Poetto. Per la polizia è uguale al pagamento di un biglietto, ma io non la penso assolutamente così”. E, sull’alcol venduto ai minorenni, il patron dell’Altamarea è sicuro: “Si trattava di due 17enni. Per non farli consumare alcol non avrei dovuto farli entrare nel locale, ma non posso perchè è pubblico. Inoltre, il barman non è certo un poliziotto e non può, quindi, chiedere i documenti. E poi, potrebbe anche essere che un maggiorenne abbia acquistato i cocktail e li abbia poi passati ai due clienti minorenni. Quali sono le mie colpe?”.












