Sul versante di Cagliari c’è di tutto: gli uffici dell’Ente parco, un punto ristoro, un’area di parcheggio abbastanza vasta e la possibilità di noleggiare le biciclette per fare dei tour cento per cento naturali e ammirare alberi, piante e fenicotteri, da decenni “di casa” nelle saline. Sono tanti i milioni messi a correre dalla Regione per una riqualificazione e tutela maggiore dell’oasi, poco meno di due anni fa sono stati messi 4 milioni per lo stagno di Santa Gilla ma con l’obbiettivo di creare un parco unico proprio con Molentargius. Dall’altra parte, tra via della Musica e l’ultimo tratto di viale Colombo, zona Quartu, c’è invece quella che è stata definita una “rottura” dal sindaco Graziano Milia.
Lì, nella parte dell’oasi naturale conosciuta, purtroppo, più per gli incendi e l’abbandono di rifiuti che per la natura, il collegamento con la terza città della Sardegna non c’è: “Il parco non è di Quartu perchè non ci sono accessi, c’è un’interruzione di rapporto, abbiamo problemi” nella zona “di via Fiume, via San Benedetto e Is Arenas”, afferma Milia. “Non ci sono momenti di transizione tra la nostra città, con il suo centro, e quella che è una risorsa naturale”. Dichiarazioni forti, quelle del primo cittadino quartese. Anche perchè, utile ricordarlo, il presidente del parco è stato nominato proprio da Quartu.
Si tratta di Stefano Secci, eletto da tutti i sindaci dei Comuni che hanno una porzione più o meno estesa di proprietà del parco (Cagliari, Selargius, la stessa Quartu e Quartucciu): “Sta operando benissimo”, precisa Milia, “c’è bisogno di fare la nostra parte, non possiamo demandare al parco i problemi nostri. Dobbiamo lavorare con grande decisione e insistenza per far farlo rinascere”.












