“Abbiamo i tuoi scontrini, vuoi la denuncia?”. Parole scritte con la vernice bianca su un cartello poggiato ai piedi di un albero rinsecchito in un terreno nella zona del Margine Rosso, a Quartu. Il terreno è di un privato, uno dei tanti residenti esasperati per il tappeto di rifiuti che, quasi quotidianamente, deve levare. Ricordi incivili di altrettanti incivili, i caddozzi che impestano soprattutto le zone di campagna della terza città della Sardegna. E, se le telecamere non possono essere installate e arrivare ovunque, allora ci si gioca l’ultima disperata mossa dello spavento: “Un cartello così è sicuramente più efficace di un limite di 50 chilometri orari”, commenta il presidente dell’associazione dei cittadini del rione vista mare, Emanuele Contu. “Se non fosse in un terreno privato, chiederei all’amministrazione di realizzarne una targa o statua. Mi complimento con chi, come noi, con ogni mezzo cerca di contrastare il degrado e l’inciviltà, che è parte purtroppo di questa società. Ma nonostante questo, vince la voglia di vivere in un mondo più pulito e salutare, grazie anche al crescere di una sensibilità ambientale che nel tempo è divenuta una priorità”.
L’ultima parte del discorso di Contu è più una speranza che una realtà, viste le tantissime discariche abusive create lontano dal centro città, che orami appestano terreni e aria.











