Un’automobile sfreccia in direzione Quartello e affianca, a poca distanza, una carrozzina elettrica. Succede in via Fiume, a Quartu Sant’Elena. Una situazione rischiosa? Decisamente. In quella strada, negli ultimi due anni e mezzo, ci sono state due vittime. Davide Toro, nel 2019, investito da un furgone, ed Elisabetta Serra, falciata da un’automobile e morta dopo sei giorni di agonia lo scorso dicembre. E a lanciare l’sos, con tanto di post pubblico sulla pagina Fb “Quartu città artistica e turistica” è il fratello di Elisabetta, Paolo Serra. Il dolore per la scomparsa della sorella è ancora fortissimo. E, ogni volta che passa in quella strada, non può fare a meno di notare tutta una serie di carenze: “Le auto sfrecciano anche a cento chilometri orari, ci passano pure i ciclisti che, non sempre, scelgono di rifugiarsi nello sterrato. Tutto in una strada dove ci sono almeno sessanta attività commerciali”, nota Serra, quartese doc.
“In quella strada passano famiglie e bimbi. Mi domando cosa attenda il Comune per metterla davvero in sicurezza: ci scapperà un altro morto, purtroppo, se non vengono realizzate strisce pedonali rialzate e una pista ciclabile abbastanza larga per ospitare anche chi può spostarsi solo in carrozzina”. E Paolo Serra lancia una proposta: “Perchè non si crea una zona a traffico limitato nel tratto di via Fiume che va da via San Benedetto sino all’incrocio con via Fratelli Bandiera?”.











