Un immobile, “un pezzo di terreno in un’area a vocazione edificatoria”, cioè dove poteva essere realizzato un edificio, di proprietà di una società privata, la Dalimo Snc, guidata dall’amministratore Tito Locci (che è anche il proprietario del bar Le Caravelle), preso dal Comune di Quartu, agli inizi degli anni Novanta per realizzare un tratto di via San Benedetto, una delle strade più trafficate della terza città della Sardegna. Altri tempi, altra amministrazione comunale. Oggi la patata bollente è tra le mani di quella guidata dal sindaco Graziano Milia. Che, con una delibera, ha deciso di valutare il ricorso in giudizio, almeno stando all’intestazione, e decidendo, alla fine, di entrare nella battaglia legale, costituendosi in giudizio. Sarà trovato un avvocato che porterà, davanti al giudice, le ragioni dell’amministrazione comunale. La mossa della Giunta si è resa necessaria in seguito al ricorso, presentato lo scorso 22 giugno, dall’avvocato Andrea Pasquale Cannas, che tutela la Dalimo Snc.
È proprio lui a spiegare, punto su punto, i fatti: “Il Comune ha occupato un pezzo di terreno del mio assistito, in un’area a vocazione edificatoria, in via San Benedetto, per costruire un tratto di strada senza, però, completare l’esproprio. Ecco perchè chiediamo o la restituzione del bene o il risarcimento dei danni”. La cifra? “Sarà quantificata dopo le consulenze tecniche”, spiega il legale, “valutando anche il valore di mercato. È stata realizzata un’opera pubblica senza concludere le procedure espropriative di un bene privato. Siamo anche disponibili a fare, con l’amministrazione comunale, una transazione”.











