Un’impresa, la Aedars Scarl di Roma, consociata ad un consorzio molto più ampio, che lascia incompleti i lavori di via Fiume a Quartu nel 2011, che due anni dopo viene travolta da una serie di indagini legate a presunti contatti con la malavita e la mafia e al suo successivo commissariamento, e una battaglia legale ormai confermata tra Comune e società esecutrice, controllata dal ministero delle Finanze. Ci sono piste ciclabili non completate o realizzate male, e quindi giudicate dai collaudatori “pericolose, non realizzate a regola d’arte e prive di manutenzione”, oltre a due tratti di muretti di recinzione realizzati dai proprietari dei terreni ai lati della strada e cento metri di marciapiede. Lavori fatti male e lasciati a metà, ormai quasi dodici anni fa. C’è una delibera della Giunta Milia dove si spiega che da un lato il Comune chiede 320mila euro e dall’altro la società muove riserve per oltre due milioni. Presto la vicenda finirà davanti al giudice, come spiega l’assessore dei Lavori Pubblici Antonio Conti: “Abbiamo dovuto rivolgerci, nostro malgrado, ad un avvocato, dopo tre tentativi di conciliazione andati a vuoto. La proposta economica che ci viene fatta, 40mila euro, è irricevibile. La società, in odore di mafia, è stata poi commissariata dal ministero”.
La battaglia sarà tra amministrazione comunale e ministero, quindi: “La parte dei lavori che sono stati eseguiti vanno rifatti, basti pensare solo che hanno sbagliato le sezioni delle piste ciclabili, è stato ormai acclarato dai collaudatori”. Una situazione di blocco, quindi, che porta ad avere un corridoio ciclabile, in via Fiume a Quartu, insicuro. “Quei lavori vanno rifatti, e ovviamente vanno rifatti bene”.













