Da qualche tempo cerca di far vaccinare il figlio, un trentottenne autistico, contro il Covid, a Quartu Sant’Elena. Ma Carmen T., 73 anni, sinora non è riuscita a cavare un ragno dal buco. Il motivo? “Mio figlio, a causa della sua sindrome, si toglie di continuo la mascherina e, per questo motivo, mi è difficile farlo entrare in un hub vaccinale”, racconta la donna. “Inoltre, il mio medico di famiglia ha già inoltrato la richiesta per il vaccino, potrebbe farglielo direttamente lei ma, sinora, ha ricevuto solo le seconde dosi per gli altri pazienti. Sono stata all’Assl, chiedendo se possono provvedere con la vaccinazione a domicilio, vista la gravità della situazione. Mi hanno detto che mi faranno sapere, ma al momento sembra sia impossibile”. O, almeno, difficoltoso. Insomma, c’è da attendere, ma non si sa quanto. “Chi mi ha ricevuto, all’Assl, è stato gentilissimo”, precisa la donna. Ma è proprio l’incertezza che sta portando a tutta una serie di problemi. “Mio figlio è seguito da diciotto anni all’Aias, va dal lunedì al venerdì per quattro ore e mezzo, lì ci sono persone splendide che si prendono cura di lui”. Ma, senza almeno la prima dose del siero, il 38enne rischia di non poter essere più seguito.
“Me l’hanno detto in modo chiaro, è tutta una questione di sicurezza. Loro sono disposti ad attendere che mio figlio venga vaccinato, ma serve una data sicura. Quando non è lì, è sempre a casa, seguito da me e dalla sua assistente. Lancio un appello: vorrei tanto conoscere il giorno e l’ora in cui, finalmente, anche il mio tesoro sarà protetto, con il vaccino, dal Covid”.








