Quando la burocrazia pesa più della malattia: la denuncia di Monia, paziente oncologica in attesa del verbale INPS
Monia Cara, 52 anni e residente a Sinnai, è una paziente affetta da diverse patologie gravi e in possesso del codice 048, quello che identifica chi è in cura per tumori o malattie equiparate. Un codice che dovrebbe semplificare, tutelare, agevolare. E che invece — nel suo caso — si sta trasformando in un ulteriore ostacolo.
Il suo percorso inizia il 22 luglio 2025, quando, tramite CAF, presenta la domanda di aggravamento all’INPS. L’iter sembra partire sorprendentemente bene: la convocazione per la visita arriva in tempi insolitamente rapidi, fissata per il 4 settembre presso la Commissione USL.
Monia si presenta all’appuntamento con tutta la documentazione. Ha già affrontato interventi importanti: mastectomia, craniotomia, isterectomia, e oggi vive anche con una grave piastrinopenia — un valore di piastrine che dovrebbe essere attorno alle 150.000, ma che nel suo caso è crollato a 18.000.
“Porti tutto, spieghi tutto, giustifichi quello che stai vivendo”, racconta. “Come se il dolore dovesse essere certificato ogni volta da capo”.
L’8 ottobre, la Commissione invia il verbale all’INPS. Da quel momento, Monia aspetta il passo finale: la validazione e l’emissione del verbale definitivo. Un documento indispensabile per accedere ai diritti che la legge riconosce ai pazienti con patologie gravi: esenzioni, giorni di permesso, agevolazioni, possibilità di programmare terapie senza incertezze burocratiche.
Ma da allora, niente. Nessuna comunicazione, nessuna risposta, nessun verbale.
“Non mi servono quei giorni per andare in vacanza — sottolinea — mi servono per andare in ospedale. Per fare esami, per seguire controlli, per affrontare terapie. E senza quel verbale non posso farlo con la serenità di cui avrei diritto”.
La frustrazione non è solo nella lentezza dell’iter, ormai quasi “normalità” per chi si trova in situazioni simili, ma nel sentirsi invisibili. “A volte ti viene da pensare: forse non sono figlia, sorella o amica di qualcuno? Perché spesso sembra che chi ha voce passa avanti, e chi non ce l’ha aspetta. E aspetta ancora”.
Il codice 048, nato per essere una protezione, diventa così il simbolo di un sistema che, quando si incaglia, finisce per pesare persino più della malattia stessa.
Monia decide di raccontare il suo percorso “per me, ma anche per tutti quelli che vivono la stessa situazione”: pazienti che combattono su due fronti, quello della salute e quello della burocrazia, e che non dovrebbero mai essere lasciati soli davanti a un sistema così lento e distante dalla realtà di chi soffre.
Una storia personale, ma che rischia di rispecchiare quella di molti.












