In carcere dopo 25 anni dall’omicidio. Il 26 novembre scorso, a Monastir, i militari del Nucleo Investigativo, coadiuvati da quelli della locale stazione dei carabinieri, hanno tratto in arresto Sandro Pireddu, 43 enne originario di Assemini. Il provvedimento, emesso dalla Procura Generale presso la Corte D’appello di Cagliari, è giunto a seguito della decisione del 24 novembre scorso in Corte di Cassazione sul rigetto del ricorso presentato da Pireddu sulla condanna alla pena di anni 16 comminatagli nel giudizio di appello.
La condanna fa riferimento agli esiti investigativi e processuali sull’omicidio del 7 dicembre del 1990 quando tre malfattori si recarono al “Jolly market” di Pula con l’intento di commettere una rapina. Due di essi, con volto coperto da passamontagna ed armati di fucile e pistola, entrarono nell’esercizio commerciale, mentre il terzo faceva da palo all’esterno. I due rapinatori non riuscirono a gestire la reazione del figlio del proprietario del market, Paolo Atzeni, trentasettenne e padre di due bambini, e gli spararono alla tempia con la pistola, uccidendolo sul colpo. Il delitto, che scosse in maniera notevole l’intera comunità, rimase impunito per diversi anni nonostante fossero stati profusi importanti sforzi investigativi
Nel mese di ottobre 2009 il Nucleo Investigativo rielaborò l’immenso materiale probatorio raccolto studiando in particolare gli eventi delittuosi dell’epoca commessi con l’uso delle armi in zone prossime al basso campidano. Grazie anche ad una intensa e mirata raccolta di informazioni confidenziali, emergevano rilevanti convergenze su alcuni soggetti di rilievo investigativo quali, tra tutti Mauro Niola, Roberto Orrù e Sandro Pireddu, quest’ultimo con funzione di palo.
Veniva quindi rinvenuto ed esaminato un reperto ancora giacente agli atti, costituito da un passamontagna abbandonato dai rapinatori in fuga, sul quale, grazie alle moderne tecnologie del settore, veniva rinvenuto materiale biologico utile per le comparazioni. La successiva verifica del Dna estratto con quella dei personaggi oggetto dell’indagine era positiva per Roberto Orrù.
Quest’ultimo veniva nelle settimane successive raggiunto da misura cautelare emessa dalla Procura dei Minori ed il predetto rendeva dichiarazioni all’A.G. sull’evento chiamando in correità NIOLA e PIREDDU Sandro quest’ultimo con funzione di palo. Il quadro indiziario era peraltro avvalorato da contestuali attività di intercettazione e testimoniali.
Il 14 ottobre 2011 sia Niola che Pireddu venivano tratti in arresto con le medesimo imputazioni dell’ORRU’ .Il giudizio di primo grado si concludeva, a seguito di rito ordinario, con la condanna ad anni 30 per Niola, 20 per Pireddue 14 anni per Orrù che aveva scelto il rito abbreviato. Il giudizio di appello vedeva riformata la sentenza per Niola con un’assoluzione e la condanna di Pireddu ridotta ad anni 16. A tale giudizio la procura generale ha ricorso per l’assoluzione di Niola. Il 24 novembre scorso la Corte di Cassazione, ha annullato la sentenza di assoluzione per Niola con rinvio degli atti alla Corte d’Appello e rigettato il ricorso di Pireddu.











