Pula cambia volto, in due anni i dati parlano chiaro: centro di interesse storico e culturale, attrattivo per spettacoli e manifestazioni, si riappropria dei territorio dimenticati per tanti anni e punta a crescere sempre di più: si stimano 100 mila visitatori nella zona archeologica, un balzo in avanti del +30%. La stagione turistica? “Non è ancora terminata, gli alberghi sono ancora aperti e c’è tanta gente ancora presente in paese. Qualcosa è stata fatta”. Rimane modesto il primo cittadino Walter Cabasino, ha ripreso in mano dopo una pausa la guida di Pula, con idee chiare che si sono, sin da subito, proiettate verso il futuro. “Non giudico e tanto meno parlo di chi mi ha preceduto, ognuno di noi cerca di dare quel che può. Noi ci siamo concentrati a studiare e mettere in pratica gli strumenti di pianificazione”. Strategie organizzative che sono partite da zero, rafforzare le fondamenta per costruire, nemmeno pian piano, ciò che oggi è sotto gli occhi di tutti. “Abbiamo trovato un deserto amministrativo, solo due vigili, per esempio, ora sono 7 a tempo indeterminato che raddoppiano nel periodo estivo. Le telecamere? Su 70 solo 5 erano funzionanti. Ora sono tutte attive”. Una ristrutturazione degli organi interni alla casa comunale, insomma, il lavoro parte da lì: “Reperire i finanziamenti, non ci arrendiamo mai, perché sono essenziali per realizzare ciò che serve”. E infatti una pioggia di milioni è già entrata nelle casse e investita per opere attese e importanti finalizzate alla valorizzazione, alla messa in sicurezza e all’ammodernamento del territorio. 5 milioni solo per rifare le scuole medie, altrettanti per combattere l’erosione costiera. L’elenco è lungo, come le opere già avviate o messe in cantiere che hanno permesso di focalizzare e mettere mano a 360° quello che il territorio offre. Più organizzazione, insomma, partendo dal centro storico che ha subito una disciplina di limiti e vincoli soprattutto nei mesi clou, “abbiamo dato delle regole”. Riorganizzazione in vista anche per quanto riguarda il litorale, “con il Pul ci saranno più servizi e posti di lavoro”. Chioschi e stabilimenti, insomma, a due passi dal mare ma “senza essere aggressivi”: una maxi porzione di spiaggia libera sarà più che garantita. Intanto, già dalla stagione balneare appena terminata, i storici locali hanno aperto nuovamente i battenti: un nuovo appalto pluriennale che ha richiesto interventi importanti da parte dei gestori che hanno modernizzato le strutture, quella innanzi all’antica chiesetta partirà prossimamente con i lavori, scalzando il bando annuale che non permetteva la giusta valorizzazione dei punti ristoro. Un’occhiata più in là del mare e si può scorgere l’isola di San Macario che ora è del Comune: l’incalcolabile scrigno di storia diventa dei cittadini, una torre costiera del 500, i resti di un’antica tonnara, le vestigia di una chiesetta e di un eremo bizantino. Inoltre l’isola viene considerata unica da un punto di vista naturalistico per la crescita spontanea della Brassica Insularis e per la sua importanza come sito di nidificazione e rotta migratoria dell’avifauna. A disposizione di tutti, finalmente, un gioiello che si aggiunge alla collezione come la torre del Coltellazzo, che dai primi mesi del prossimo anno potrà essere resa fruibile.
“Oltre al mare abbiamo un immenso patrimonio storico e culturale che ci contraddistingue dalle altre località turistiche. Da questo punto di vista abbiamo incrementato la valorizzazione, l’area archeologica ora è dotata di percorsi per i disabili, per i non vedenti e ospitato nell’area eventi di richiamo internazionale”. La falcata della Campbell, l’estate scorsa, tra le rovine dell’antica città si è intrecciata alla passerella di scrittori e studiosi tra le pietre scolpite di Sciola: arte, spettacolo di alto livello, cultura e mostre in un palco mozzafiato, “abbiamo reso l’area archeologica un centro della cultura”. Tra opere infinite e in dirittura d’arrivo, come il palazzetto dello sport, il museo dove mancano solo le bellezze da mettere in vetrina, una punta di rammarico Cabasino la esprime per il Puc non ancora approvato, “le volumetrie per le zone turistiche sono bloccate per decreto, non avrebbe senso”. Un’azione solo rimandata, insomma, attendere nuove norme e regole per sfruttare al meglio il piano urbanistico. Una criticità del territorio, impossibile da non citare, sono gli animali selvatici che attraversano la strada causando incidenti, anche mortali, come purtroppo già accaduto: nuovo presidente del parco di Gutturu Mannu da poco, Cabasino da mesi affronta la grave problematica che non può essere di certo risolta dai singoli comuni coinvolti, bensì da una importante strategia messa in atto dalle istituzioni regionali di competenza. La causa di questo triste fenomeno è, sicuramente, da attribuire a cibo e acqua che scarseggiano: di recente, dopo la visita ai ruderi dell’antica chiesetta in cima a Punta sa Cresia a Monti Santu, “abbiamo pranzato, un pasto campestre, e i daini si sono avvicinati a 10 metri da noi in cerca di cibo”. Si sono ristorati con avanzi e dissetati con le pozze d’acqua, alcuni esemplari erano visibilmente sotto peso. “Attraversano la strada in cerca di cibo, non ho ancora una comunicazione ufficiale ma credo che la Regione abbia preso in carica la problematica”.










