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Portovesme e Fonderia, fallisce il vertice al ministero: operai pronti alla mobilitazione a Portoscuso e San Gavino

di Redazione Cagliari Online
24 Marzo 2023
in sardegna

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Tragedia alla Portovesme, operaio muore schiacciato da un muletto

E’ destinata a crescere di livello la mobilitazione di lavoratori della Portovesme srl dopo il nulla di fatto registrato nel corso del confronto di oggi con il ministero. “Restano tutte le perplessità sulle reali intenzioni della multinazionale svizzera Glencore riguardo alla prosecuzione delle produzioni di zinco e piombo nei due siti di Portoscuso e San Gavino” ha detto il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante ricordando che la maggior parte delle attività sono già ferme e buona parte del personale è in cassa integrazione, con la fonderia di San Gavino del tutto inattiva.

“Per la Glencore non ci sono più alibi – sottolinea Durante – a maggior ragione dopo l’incontro di oggi e le informazioni disponibili sui reali costi dell’energia: l’azienda riattivi gli impianti, faccia rientrare i lavoratori dalla cassa integrazione, confermi gli impegni dichiarati sulle annunciate nuove produzioni nel campo del litio per le batterie elettriche. Ogni ulteriore ritardo non è giustificato né tollerabile, considerata la necessità per l’economia nazionale della continuità nelle produzioni realizzate dalla Portovesme Srl e il carattere strategico del sito”.

Secondo la Cgil, anche il governo nazionale e quello della Sardegna sono chiamati a una assunzione di responsabilità: da un lato, il quadro di riferimento rispetto al prezzo dell’elettricità per aziende energivore come la Portovesme Srl deve essere il più possibile certo sia sui prezzi sia sulla durata di incentivi e benefici, per agevolare la programmazione e la continuità delle attività. Dall’altro lato, come è stato ricordato alla Giunta regionale solo ieri dai lavoratori di Eurallumina, la Sardegna deve dotarsi di una strategia chiara e definita sulla politica energetica e sulle fonti di approvvigionamento per il sistema industriale, del Sulcis Iglesiente come di tutta la regione.

Per queste ragioni l’attenzione sulla vertenza resta alta e, a partire dall’assemblea che si svolgerà lunedì alle 8 alla Portovesme, verranno decise nuove azioni di mobilitazione.

La Regione. Governo e Regione Sarda hanno fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità per offrire all’azienda certezze e prospettive. Ora non è più tempo di rinvii: Glencore deve fare chiarezza e dichiarare apertamente quali sono le sue reali intenzioni sugli stabilimenti di Portovesme e di San Gavino. Approvo pienamente, dunque, la decisione del Governo, annunciata dal sottosegretario Bergamotto, di convocare l’Azionista al Ministero.

Cosi’ il Presidente Christian Solinas, dopo l’incontro di oggi al Ministero, durante il quale, dice il Governatore, abbiamo dovuto ancora una volta constatare con rammarico come non sia emersa una posizione chiara sul futuro degli impianti.

Non è accettabile, dice ancora il Presidente, che in presenza di condizioni oggettivamente favorevoli per la ripresa delle produzioni, quelle medesime condizioni che sono state accettate da altre realtà industriali energivore, Portovesme srl continui ad arroccarsi su argomenti superati o superabili e non a assumersi, pubblicamente, la responsabilità dichiarare le proprie reali intenzioni.

La Regione è al fianco dei lavoratori, e non li abbandonerà al proprio destino, dice il Presidente Solinas.

C’è dunque una richiesta congiunta da parte di Governo, Regione e sindacati per il riavvio della produzione, ribadita dalla sottosegretaria del Ministero delle Imprese e del Made in Italy Fausta Bergamotto e dagli assessori dell’Industria, della Difesa dell’Ambiente e del Lavoro, Anita Pili, Marco Porcu e Ada Lai.

Il prezzo dell’energia non è più la variabile chiave della vertenza che da un anno e mezzo coinvolge gli stabilimenti di Portovesme e San Gavino: l’azienda, ribadisce la Regione, in linea con il Ministero, non può continuare ad utilizzare le risorse pubbliche senza dare garanzie alle istituzioni e ai lavoratori che vivono una situazione già di per sé complessa.

“Il nuovo programma di riconversione – ha detto l’assessore dell’Ambiente, Marco Porcu – di cui ancora non si conoscono neppure i contenuti del progetto pilota, esclude comunque la fonderia di San Gavino. È inaccettabile che l’azienda chieda uno sforzo alle istituzioni, e soprattutto ai lavoratori, senza voler fare la sua parte, perché le scelte industriali del passato, talvolta sbagliate, in materia energetica, non possono ricadere solo sui lavoratori e sulla collettività.

Del resto, oggi, la questione dell’insostenibilità energetica non è più giustificabile, anche alla luce delle misure messe in campo dal Governo e dal recente calo del prezzo dell’energia.

Peraltro, il piombo non sparirà dallo scenario economico mondiale: del resto, è la stessa Glencore che in Germania sta scegliendo di non abbandonare questa produzione”.

“La crisi della Portovesme Srl – ha precisato l’assessore dell’Industria, Anita Pili – dura da un anno e mezzo. Fin dall’inizio, la Regione ha chiesto all’azienda se davvero gli strumenti di incentivazione che calmierassero il costo dell’energia sarebbero serviti a scongiurare la chiusura degli stabilimenti. Già prima dell’approvazione dell’Energy Release l’azienda aveva confermato che, con questo strumento, non avrebbe fermato le linee produttive e anzi avrebbe ripreso in attività tutte le persone rimesse in cassa integrazione. Questo, chiaramente, non è avvenuto, forse il decreto attuativo dello strumento non ha soddisfatto le aspettative della Portovesme Srl. Dall’attenta analisi odierna, con il riscontro dei Dati forniti da Arera, si evince che il problema quindi non è costo dell’energia. Pertanto la società dovrebbe dirci qual è il problema, e altresì dirci se nei suoi piani di riorganizzazione aziendale ci sia l’ipotesi di chiusura degli stabilimenti. È più che necessario restituire dignità a tutti i lavoratori che hanno creduto nella società. Noi assessori siamo saliti sulla ciminiera per ascoltarli, ma è ormai evidente a tutti che né la Regione né il Governo abbiano responsabilità di fronte alle scelte della società. Il governo nazionale e la Regione Sardegna ci sono, ci sono gli strumenti regionali, ma se mancano le condizioni di rispetto e responsabilità sociale da parte della Portovesme Srl, nessuno di noi può più andare avanti. L’azienda deve, qui, oggi, essere chiara con i lavoratori. Non si possono creare altre aspettative che poi verranno disattese, soprattutto in territorio come Sulcis che ha già pagato caro il costo della deindustrializzazione”

“La Regione – ha detto l’assessore del Lavoro, Ada Lai – garantisce la sicurezza sociale dei lavoratori per non mettere a repentaglio il tessuto produttivo e sociale di un territorio che ha già pagato un prezzo molto alto per le crisi industriali ed energetiche. La posizione della Regione Sardegna è la medesima, siamo a disposizione con tutti i nostri strumenti per tutelare il capitale umano e professionale e sostenere il rilancio dello stabilimento. Ma oggi l’azienda deve darci risposte concrete e chiarire le sue reali intenzioni. L’assessorato del Lavoro farà la sua parte, garantendo un sostegno al reddito dei lavoratori e delle loro famiglie. E’ stata infatti richiesta la firma, a breve, della cassa integrazione anche per i lavoratori della Fonderia di San Gavino. Un provvedimento che comunque deve essere assunto nella consapevolezza di un concreto progetto di ripresa.”

 

 

Tags: glencoreportovesme
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