Più assumi meno paghi, ovvero i nuovi contratti agli under 36, ma anche le stabilizzazioni, valgono zero tasse per chi se ne fa carico. Vietati i giochini tipo licenziare chi c’è già per assumere nuovo personale a zero contribuzione: l’agevolazione approvata dal governo con la manovra di bilancio vale solo per le nuove assunzioni e per la trasformazione di un contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato. E dunque giovani, donne, percettori del reddito di cittadinanza è la platea dove gli imprenditori potranno pescare per incrementare il personale e, allo stesso tempo, ottenere l’agevolazione.
Arrivano anche le flat tax, o tasse piatte come Giorgia Meloni preferisce chiamarle: sono tre, tra cui quella “sui redditi incrementali alle partite Iva che hanno una tassa piatta del 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente con soglia massima 40 mila euro, il che dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora”, ha spiegato Giorgia Meloni, ricordando anche l’aumento della flat tax a 85mila euro e “l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro contro il 10% previsto attualmente”.
“Lo spirito da cui muoviamo è un rapporto diverso tra Stato e contribuente: lo Stato non è più aggressivo e punitivo ma giusto e comprensivo verso chi è in difficoltà”, dice la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa parlando della “tregua fiscale” inserita in manovra e assicurando che “non esiste alcun condono ma solo operazioni vantaggiose per lo stato”. Vengono “annullate – spiega – le cartelle inferiori a 1000 euro e antecedenti al 2015. Per tutti gli altri si paga il dovuto con una maggiorazione unica del 3% e la rateizzazione”.
C’è poi il taglio del cuneo fiscale: “Non solo confermiamo quello del 2% sui redditi fino a 35mila euro interamente lato lavoratore ma aggiungiamo un ulteriore punto per i redditi fino a 20mila euro”. “E’ la misura più costosa di tutta la legge di bilancio: costa 4 miliardi di euro e questo indica che l’altra priorità del governo è per aumentare” lo stipendio a “coloro che hanno redditi più bassi”.










