Sono 3 i gatti spariti in pochi mesi, l’ultimo è stato salvato in tempo dal proprietario che, preoccupato dal suo non ritorno dalla consueta passeggiata e dopo aver trascorso diverse ore a cercarlo, ha sentito un disperato miagolio provenire da un cortile vicino alla sua abitazione. È seguita la triste scoperta, ossia che il gatto era intrappolato in una sorta di gabbia che, a detta di chi ha posizionato l’arnese, serve per catturare un felino che si reca in quel cortile per espletare i suoi bisogni fisiologici. “Certo che nel mondo del randagismo si fanno continue scoperte di persone che hanno un istinto naturale a far del male ai gatti.
Non mi spiego diversamente quello che è successo a una gatta di un mio caro amico” ha raccontato l’autore del post.
“Lui abita in una zona dell’hinterland cagliaritano, in una una casa con giardino, con i suoi mici che entrano ed escono da casa, senza che si sia mai creato in tanti anni nessun problema con i vicini: i gatti sono sempre rientrati, ad eccezione di un micio nero, castrato, che alcuni mesi fa si è come volatilizzato. L’ha cercato ovunque ma inutilmente.
L’altro ieri si è allarmato perché un’altra gatta non era rientrata dopo la consueta passeggiatina. L’ha cercata tutta la notte, finché verso le 6 del mattino ha sentito miagolare nel giardino di un vicino e ha scoperto, grazie anche all’aiuto di un amico, che la gatta si trovava imprigionata in una gabbia trappola, che un anziano signore aveva posizionato nel suo giardino per catturare un gatto maschio che faceva i bisogni nel suo terreno. Non ha spiegato che cosa avrebbe voluto fare del gatto e al mio amico è sorto il dubbio che anche il micio che aveva perso alcuni mesi fa fosse stato catturato con la stessa modalità, magari per essere abbandonato da qualche parte o essere ucciso. La gatta, ovviamente, è stata liberata e riportata a casa, attigua a quella dell’anziano signore.
Come si vede dalla foto, si tratta di una gabbia strana, abbastanza dissimile da quelle che vediamo in internet, direi molto artigianale.
Il signore dice che gliel’hanno prestata, ma ovviamente non dice chi. Personalmente, non credo sia stato qualche volontario, sia per il tipo di gabbia, sia perché siamo restii a lasciarla a perfetti sconosciuti senza sapere l’uso che ne potrebbero fare”. Tra i tanti commenti, anche quello di chi ricorda la recente storia accaduta a Monserrato, di una povera gatta rinvenuta dopo una settimana priva di vita, malnutrita e disidratata. Subito si è pensato che qualcuno l’avesse intrappolata per poi abbandonarla affianco alle sue ciotole, quelle dove trovava sempre cibo e acqua versati dai volontari che si occupavano di lei. “Chiaramente, ci sono tutti gli estremi (e i testimoni) per denunciare per maltrattamento la persona in questione e il mio amico sta valutando anche questa possibilità, anche e soprattutto con funzione di deterrenza”.










