Cagliari – Pulizia carente, strade dissestate, illuminazione insufficiente, sicurezza in calo e una politica della mobilità che avrebbe penalizzato cittadini e commercianti. È un giudizio netto quello espresso da Gianni Chessa, consigliere regionale con Forza Italia, intervenuto sulle condizioni delle periferie di Cagliari e sulle scelte dell’amministrazione comunale, indicando quelle che a suo avviso dovrebbero essere le vere priorità.
Secondo Chessa, il primo problema sotto gli occhi di tutti è il degrado urbano: «La città è molto più sporca, soprattutto nei quartieri popolari. Non è pensabile pulire strade e marciapiedi ogni tre o quattro giorni. Il bando per la pulizia è sbagliato e i risultati si vedono». Una situazione che, a suo dire, riguarda in particolare Pirri, Sant’Avendrace, San Michele e altre zone periferiche, dove «gli asfalti sono rovinati e le strade interne sono bombardate».
Altro tema centrale è quello della sicurezza, strettamente legato all’illuminazione pubblica: «In diverse zone, come via Is Mirrionis e nei pressi dell’ospedale, la sera è pericoloso camminare. Sono stati installati lampioni a led vecchi, che non garantiscono un’illuminazione adeguata. Ci sono attraversamenti pedonali, dossi e piste ciclabili al buio». Una scelta che Chessa definisce «incomprensibile», soprattutto in aree sensibili come l’ingresso del pronto soccorso.
Nel mirino del consigliere regionale anche la politica della mobilità e delle piste ciclabili, giudicata non sbagliata in sé ma realizzata «senza una visione complessiva»: «Prima si tolgono le auto dalla strada, poi si restituiscono gli spazi a pedoni e ciclisti. Qui è stato fatto il contrario: corsie ristrette, parcheggi eliminati e nessuna alternativa concreta». Il risultato, sostiene, è un traffico congestionato e una città «dove non si cammina più e non si parcheggia più».
Chessa rilancia la necessità di un grande piano parcheggi, parlando di almeno 10.000 posti auto, con strutture multipiano e silos nelle zone strategiche, dal centro al litorale del Poetto: «Le auto, anche se domani saranno elettriche o a idrogeno, lo spazio lo occupano comunque. Oggi le famiglie hanno tre o quattro macchine e la città deve adeguarsi a questa realtà».
Preoccupazione anche per il commercio di prossimità, che secondo Chessa starebbe pagando il prezzo delle scelte urbanistiche: «In zone come via Roma e il centro, l’assenza di parcheggi sta facendo chiudere le attività. Prima, con strade più larghe e una gestione più flessibile, i negozi vivevano. Oggi non puoi fermarti nemmeno per un caffè».
Sul fronte sociale, il consigliere di FI parla di povertà crescente e critica la gestione dell’emergenza abitativa: «Non si può accettare che le persone dormano sotto i portici o sui cartoni. Servono convenzioni serie con Curia, Caritas e associazioni per garantire posti letto e assistenza dignitosa. Questa è vera politica sociale, non l’abbandono».
Infine, un affondo sulle periferie popolari come Sant’Elia: «Non basta rifare le piazze se poi le persone vivono in case malsane, piene di muffa e con impianti vecchi. Le priorità sono le abitazioni e i servizi essenziali. Prima si sistema la vita delle famiglie, poi si pensa all’estetica».
Per Chessa, il nodo resta uno: «Serve una città più vicina ai cittadini, a tutti, non solo a una parte. Cagliari non è Bologna né una città di pianura: è diversa e va amministrata tenendo conto della sua realtà». Una città che, conclude, «deve tornare a essere vivibile, sicura e accogliente, partendo dalle periferie e dalle vere priorità quotidiane».











