Sardegna, Pastori condannati: l’epilogo giudiziario della protesta del latte del 2019.
A quasi sei anni dai fatti, la giustizia ha emesso la sua sentenza. Otto allevatori sardi, tra cui Moira Murgia, sono stati condannati stamattina a un mese dal giudice del tribunale di Cagliari in merito ai blocchi stradali e ai presidi attuati nel febbraio 2019 durante la “guerra del latte”, la vertenza che vide i pastori sardi battersi contro il prezzo ritenuto insostenibile di 60 centesimi al litro per il loro prodotto.
La vicenda al centro del processo risale al 19 febbraio 2019, quando gli allevatori organizzarono un presidio davanti ai cancelli del caseificio “Ferruccio Podda spa”, situato al km 7,750 della ex SS 131, nel tentativo di impedire l’accesso di un’autocisterna contenente latte caprino. L’azione, volta a rivendicare “dignità” e un prezzo equo per il frutto del loro lavoro, portò all’intervento della Polizia di Stato.
Secondo la ricostruzione fornita all’epoca dalla Questura di Cagliari, gli agenti del Commissariato di Quartu Sant’Elena intervennero per mediare la situazione. Nonostante gli sforzi, il blocco causò un ritardo tale da rendere inutilizzabile il carico di latte una volta che il mezzo poté finalmente accedere allo stabilimento.
Gli otto manifestanti identificati in quell’occasione furono denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica per reati che includevano la violenza privata.
Dopo anni di rinvii processuali e udienze, la sentenza è arrivata oggi, confermando le responsabilità penali per gli otto imputati. Moira Murgia, una degli allevatori condannati, ha espresso amarezza per l’esito: “Una guerra fatta con il cuore perché volevamo riprenderci la nostra dignità”, ha dichiarato, sottolineando come la lotta per i diritti della categoria abbia avuto un costo personale inaspettato con questa condanna.
La sentenza odierna chiude un capitolo amaro per i pastori coinvolti, riaccendendo i riflettori su una delle vertenze agricole più sentite e sofferte degli ultimi anni in Sardegna.











