Ha dovuto far fronte a un grave lutto, la perdita del papà, Graziano Origa, ex professore, morto a 73 anni in un letto dell’ospedale Binaghi dopo aver lottato contro il Coronavirus. E, contemporaneamente, Mario Origa, 44enne di Cagliari, avvocato, ha dovuto accudire se stesso, il fratello e l’anziana madre. Il motivo? Dal venticinque luglio sono tutti e tre in isolamento a casa, perchè positivi al virus. Il 4 agosto il padre è morto, sei giorni dopo si inizia ad intravedere la luce in fondo al tunnel: “Mia madre 74enne, Maria Bonaria Salis, e mio fratello Nicola, 35 anni, hanno fatto il secondo tampone, risultando negativi. Io, purtroppo, sono ancora positivo. L’isolamento domiciliare scade a Ferragosto, dall’Ats non ci ha contattato nessuno”, spiega Origa, che ha anche inviato una email all’ufficio di Igiene Pubblica, chiedendo lumi. Ma la risposta, sinora, non è arrivata. “Per i miei due familiari deve arrivare il provvedimento di avvenuta guarigione, per me invece la fissazione della data dell’ultimo tampone di controllo”.
“Ho cercato l’Igiene Pubblica dell’Ats di Cagliari anche al telefono, ma nessuno risponde ai numeri. O sono occupati o squillano a vuoto”. Origa e i suoi cari si preparano a trascorrere un Ferragosto da blindati in casa: “Assurdo che si tengano due persone, guarite dal virus, ancora in una condizione di isolamento. Il foglio di avvenuta guarigione ci serve per poter essere dichiarati guariti definitivamente, e io attendo il terzo tampone di controllo, con la speranza che sia negativo”.










