Una tragedia familiare, quella accaduta la notte dello scorso 31 agosto a Paderno Dugnano. Riccardo Chiaroni, allora ancora 17enne, uccise a coltellate il padre, la mamma è il fratellino 12enne. Secondo la perizia psichiatrica effettuata dal dottor Franco Martelli, il giovane Riccardo, alla sera del delitto,“viveva tra realtà e fantasia, quest’ultima non intesa come delirio, ma come rifugio”. Parzialmente incapace di intendere e volere secondo lo specialista, fatto che se fosse confermato al processo abbreviato potrebbe comportare una riduzione della pena per il giovane. la difesa, invece, aveva appurato un’incapacità totale.
“Pur non entrando nel merito delle relazioni, che sarà valutato nelle opportune sedi, è stato accertato che il malessere di cui parlava Riccardo ha trovato conferma nella perizia e nella consulenza”, ha spiegato l’avvocato del ragazzo, Amedeo Rizza.
Riccardo aveva parlato durante un interrogatorio di un suo “malessere” che durava da tempo, ma che si era acuito soprattutto in estate, e dicendo di sentirsi “estraneo” rispetto al mondo.
“Volevo essere immortale” sosteneva il 17enne. “Uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero. Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima.”
Secondo i vari esami psicologici effettuati in questi mesi si Riccardo, il giovane soffriva “clima relazionale percepito come critico e competitivo”, a partire proprio dalla famiglia. La sera della tragedia, giorno del compleanno del padre, qualcosa si è spezzato definitivamente.











