Osserva il suo furgone, con tanto di sigilli, parcheggiato sotto le finestre della sua casa popolare in via Tiepolo, Omar Sanna. Quarant’anni, un passato turbolento e anni di carcere già scontati “per rapina e truffa”, è tornato nella sua Mulinu Becciu per cercare di riprendersi in mano la vita. Ma, sia la settimana scorsa sia oggi, è stato multato dalla polizia Locale perchè non ha la concessione del suolo pubblico per vendere panini e bibite con il suo furgoncino. Stavolta gli è andata anche peggio, il mezzo è stato sequestrato. “Sì, sono irregolare, ma perchè il Comune non mi sta aiutando. Ho due figli da sfamare”, si sfoga Omar Sanna, “quello del paninaro è un lavoro onesto ma non mi viene data la possibilità di svolgerlo. Ho le licenze in regola da tempo, da tre anni fa, prima di finire in carcere, e avevo già fatto la domanda per ottenere la concessione. Dagli uffici continuano a rispondermi che non possono rilasciarmi nessun foglio, basta”. Partita chiusa, almeno burocraticamente. Ma match tutt’altro che concluso tra il quarantenne e il suo futuro, tutto da scrivere: “Sono separato, devo passare ogni mese il mantenimento per i miei due piccoli”, prosegue. Il reddito di cittadinanza? “Non lo chiedo, non lo voglio. A parte che sarebbero, poi, 500 euro al mese, non mi basterebbe per i miei tesori e per vivere”.
Riconosce di essere in errore, il paninaro, tanto che non ha praticamente opposto nessun tipo di resistenza quando, in viale Monastir, si è visto piombare davanti le auto della polizia Locale e dei carabinieri. Secondo blitz, dopo quello di sette giorni fa in via Gherardo delle Notti: “Cosa farò ora? Andrò a vendere droga. Voglio lavorare, voglio essere una persona onesta”. Sanna fa capire che non vuole più sentir parlare di carcere, sbarre e celle da dividere con altri detenuti: “Voglio solo lavorare, il Comune mi può aiutare perchè conosce la mia situazione”.











