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Tra lezioni online e call conference di lavoro o per motivi istituzionali, con l’emergenza “Coronavirus” è esplosa la richiesta di videoconferenze e di app o siti che consentono la videochiamata di gruppo. Tra tutte, una di quelle che si sta più diffondendo è ZOOM e, come accade sovente in rete, più un prodotto viene utilizzato da una platea crescente di utenti e più è possibile che malintenzionati lo clonino o utilizzino dei facsimili per perpetrare frodi online proprio a danni dei primi. Un concetto che noi dello “Sportello dei Diritti” ribadiamo da anni, ma che evidentemente non è ancora completamente inculcato nella mente di noi italiani, sempre più connessi, ma ancora disattenti e sempre vittime di truffe telematiche. Principale soggetto istituzionale a reprimere questo tipo di reati, ma anche a prevenirli, attraverso un’attività costante di comunicazione, è la Polizia Postale che per quanto riguarda questa nuova frode ha ritenuto dover segnalare con un nuovo post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” i rischi che possiamo correre ma anche i consigli per evitare problemi:
“ATTENZIONE AI FALSI SITI DI VIDEOCONFERENZA
Nel corso delle attività di monitoraggio e di alcune segnalazioni, abbiamo riscontrato la presenza di numerosi siti internet contenenti la parola “ZOOM”. Trattasi di siti che simulano falsamente la nota piattaforma di videoconferenza, in questo periodo particolarmente utilizzata per comunicazioni private, per scopi lavorativi come pure per la didattica a distanza. I falsi siti ZOOM sono in realtà appositamente creati da abili truffatori per rubare, attraverso phishing, i dati personali ed i risparmi di ignari utenti i quali, convinti di acquistare un abbonamento da Zoom, inseriscono nei siti-truffa i propri dati personali. La polizia postale raccomanda di non cliccare MAI sui link che vengono proposti ma di digitarli sempre dalla barra delle URL del sito ufficiale della società titolare del marchio e di verificare sempre con la massima attenzione l’autenticità dei siti internet o delle app nelle quali inseriamo i nostri dati personali, o che istalliamo nei nostri dispositivi.”. Un invito all’attenzione che noi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riteniamo utile rilanciare proprio in una fase delicata nella quale, come detto, l’utilizzo di tali strumenti cresce in maniera esponenziale. Come andiamo ripetendo da anni, dunque, il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email [email protected] o [email protected] per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.