La tragicomica vicenda di una coppia costretta a confrontarsi con le conseguenze di un furto è al centro di “Nudi e Crudi” (The Clothes They Stood Up In), celebre racconto di Alan Bennett trasportato sulla scena dal Teatro della Cooperativa, che si affida al talento istrionico e alla vis comica di Max Pisu e Alessandra Faiella per raccontare le difficoltà quotidiane di un arduo ritorno alla normalità tra i paradossi della burocrazia e la riscoperta di sé e di una convivenza ormai diventata (forse troppo) una piacevole abitudine.
“Nudi e Crudi” (The Clothes They Stood Up In) debutterà nell’Isola – per la Stagione di Prosa 2013-14 del CeDAC, nell’ambito del XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo – in prima regionale giovedì 16 gennaio alle 21 al Cine/Teatro Montiggia di Palau, per approdare venerdì 17 gennaio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer; sabato 18 gennaio alle 21 inaugurerà la Stagione del CeDAC al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo e infine domenica 19 gennaio alle 21 aprirà il cartellone al Teatro Tonio Dei di Lanusei.
La pièce – nell’adattamento teatrale di Edoardo Erba, con la regia di Marco Rampoldi – descrive con sottile e feroce ironia le peripezie dei coniugi Ransome – lui, affermato avvocato londinese, pedante e fin troppo consapevole della sua posizione, appassionato di Mozart; lei, almeno apparentemente, perfetta incarnazione della moglie dolce e sottomessa – nel tentativo di riconquistare un difficile equilibrio dopo la perdita di oggetti e preziosi status symbol, tra situazioni esilaranti e grottesche e inattesi colpi di scena, con finale a sorpresa.
Spogliati di tutto, marito e moglie si trovano improvvisamente allo scoperto, i sentimenti reciproci son messi a nudo, riaffiora l’eco dell’iniziale passione ma anche le piccole idiosincrasie, corollario di una vita a due; e intanto dopo la sciagurata visita dei ladri si susseguono indagini e incontri con personaggi (a dir poco) stravaganti, e tutti somiglianti tra loro (interpretati dall’estroso Claudio Moneta), nel tentativo di svelare il mistero.
Humour britannico e italica verve si fondono in uno spettacolo divertente e coinvolgente, giocato sul sottile confine che separa la tragedia dal ridicolo: la catastrofe domestica di Mr Ransome e signora spazza via consolidate certezze, svela piccole e grandi incomprensioni, nodi irrisolti e questioni in sospeso nella tranquilla routine della via a due. L’episodio in un certo senso banale di un furto in un appartamento genera una serie apparentemente infinita di incombenze e fastidi, e si intuisce tra le righe una spietata critica del consumismo, che dà più valore agli oggetti che agli affetti e alle persone, come delle consuetudini borghesi in cui l’essere conta molto meno dell’apparire.
Ritratto in chiave satirica di una civiltà in cui la qualità dell’esistenza si misura attraverso l’acquisto e il possesso di beni materiali, “Nudi e Crudi” sottolinea anche la difficoltà di tener vivo un rapporto, la naturale evoluzione della passione e la strana combinazione di affinità e differenze di temperamento, educazione e aspirazioni che formano l’alchimia segreta di un matrimonio (più o meno riuscito o addirittura apparentemente “felice”). Lo spettacolo mostra in diverso grado lo smarrimento dei due protagonisti, l’uno di fronte all’altra con tutti i pregi e difetti, le debolezze e la fatica di reinventarsi in una situazione insolita e inattesa, quando perfino la bellezza e l’incanto della musica di Mozart sembrano perdere di significato: una crisi da cui forse trarranno – loro e così il pubblico – qualche insegnamento e suggerimento per il futuro, prima che cali il sipario e che tutto possa (forse) ricominciare come prima.
Il successo di “Nudi e Crudi” (The Clothes They Stood Up In) si deve anche al talento comico dei due protagonisti: Max Pisu (di origini sarde), attore e cabarettista, volto noto del piccolo schermo sporadicamente prestato al cinema – tra i suoi personaggi, spicca Tarcisio, il ragazzo dell’oratorio reso celebre dalla ribalta televisiva di “Zelig” (cui seguiranno tra gli altri “BravoGrazie” con Valeria Marini, “Fabbrica del Sorriso” e “Due sul divano”, “Campioni” e “Aria fresca”) – accanto a varie apparizioni nelle fiction e, in teatro, spettacoli come “Tarcisio”, “Autogrill” e il recente “Amnesie”; e Alessandra Faiella (laurea al DAMS e diploma alla scuola di mimo e teatro “Quelli di Grock”), attrice di teatro e apprezzata comica televisiva – fin dai tempi di “Producer” con Serena Dandini e del “Pippo Chennedy Show” e “Comici” – ha partecipato a varie edizioni di “Zelig”, a “Mai dire domenica” con la Gialappa’s band e il Mago Forrest; a “Bulldozer”, “Glob” e “Markette”; nel cast di “Tribbù” e “Stiamo lavorando per noi” con Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni, è stata anche opinionista ne “Le invasioni barbariche” di Daria Bignardi. Al cinema ha debuttato a fianco di Luciana Littizzetto ne “La grande prugna”, e i suoi esordi come scrittrice sono affidati a “Il lato B” (Fazi Editore).
Dall’incontro tra i due artisti sulla scena scaturisce la comicità irresistibile e disarmante, nel ritmo incalzante delle battute, di un ritratto di coppia davanti al disastro: una beffa del destino (con una situazione da candid camera) rimette in discussione tutta la loro vita e le loro scelte, sul filo della suspense e di una lucida, dolceamara ironia.












