Per la prima volta Giovannino Pinna parla e si smarca da accuse e sospetti dovuti al suo silenzio, impenetrabile sin dal primo momento. Lui è sopravvissuto, suo cugino Davide è morto, e sul suo corpo oltre alle tracce di annegamento sono evidenti i segni di violenza subita forse già prima che la barca affondasse. Bisogna aspettare giugno per avere il quadro completo della situazione, con tutti i dettagli su cosa è successo davvero a Davide Calvia, 38 anni, uscito insieme a suo cugino Giovannino con una barca, forse rubata, e mai più tornato a casa. Da giorni la sorella di Davide, Nadia, chiede al cugino di parlare, perché solo lui può sapere realmente come stanno le cose: perché la barca è naufragata, se c’era qualcun altro insieme a loro, perché quei segni di violenza. “Da naufrago mi trovo indagato”, dice Giovannino. “Mi dispiace per Davide ma non c’entro niente con la sua morte”.
Nelle prossime ore Giovannino, appena terminata le terapie che gli hanno salvato la vita dopo il ritrovamento ormai quasi un mese fa, sarà interrogato dagli inquirenti, per provare a chiarire tutti gli elementi di quello che è diventato un vero e proprio giallo.









