Di Edoardo Scarpetta
Nei giorni scorsi ho partecipato alla presentazione dell’ultimo libro di Nanni Boi “Storie di pallone in Sardegna “nella sede del Cus Cagliari alla presenza di giornalisti ,sportivi , tifosi e ex giocatori del Cagliari. Una sorpresa gradita la presenza anche del Mito , Gigi Riva seduto accanto a mio avviso non a caso a Beppe Tommasini . Un grande momento di storia del calcio e per rivivere per un momento quei bei momenti della storia calcistica della nostra squadra , il Cagliari.
Mentre ascoltavo pensavo a quest’articolo, ritrovavo alcune scene della mia vita. Penso che a volte si scrive con il cervello altre volte con il cuore. E proprio da lì mi sono venute queste parole che vorrei condividere con Voi
Mi sono per qualche istante immedesimato in uno dei giocatori e che pensava a cosa volesse davvero dire essere un giocatore del Cagliari.
“Noi che vestivamo la maglia del Cagliari, noi che amavamo indossare la maglia del Cagliari. La nostra non e’una maglia fatta di tessuto ma la nostra stoffa trasuda di sacrificio, di sudore, di lacrime di gioia e di dolore. Noi che entriamo in campo si’ per noi , per la nostra famiglia ma anche , per Cagliari, per la Sardegna , per il popolo sardo. Noi che riusciamo a zittire chi ci chiama con sdegno “Pecorari” o “banditi” , noi che riusciamo a spostare migliaia di persone. Noi che quando entriamo in campo e che ci sentiamo migliaia, con quella gente che ha lasciato la propria terra per regalarsi un futuro e che sventola con orgoglio una bandiera, una bandiera fatta di lavoro, di emigrazione, di voglia di riconquistare il proprio mondo., di voglia di tornare. Noi che per qualche momento riusciamo a non far pensare alle difficoltà della vita Noi che sentiamo addosso la grande responsabilita’ di essere piu’ di una squadra di calcio. Insomma NOI .
La nostra non e’ una maglia che si sfila, e’ una maglia che ti rimane cucita addosso perché non e’ semplice tela ma rappresenta un modo di essere, un insieme di valori da interpretare e da trasmettere.
Noi che siamo gruppo di amici che il tempo e nemmeno la morte riuscirà a dividere . Noi che rappresentiamo l’orgoglio di sentirsi Sardi, dentro e fuori dal campo. Noi che a ogni goal sentiamo il ruggire della Sardegna, una Sardegna fiera di essere in cima al mondo e che ha voglia di riscatto e di rispetto”
E allora io da semplice tifoso oggi Vi dico grazie , a chi ha reso un bambino sempre orgoglioso dei colori rossoblu, di aver fatto una scelta coraggiosa per chi viveva Milano, a chi attraverso la radio riusciva a farci attraversare il mare, in un sogno diventato realtà. Saluto e ricordo chi non e’ piu’ tra noi e chi oggi di quella squadra sta soffrendo , chi ha reso possibile quel sogno impossibile .
Ai giovani del Cagliari di oggi vorrei augurare di poter impadronirsi di quella voglia di indossare la maglia rossoblu e soprattutto di quella voglia di non togliersela mai, indossandola con fierezza per tutto quello che rappresenta, al di là dei soldi , al di là di tutto
Sempre forza Cagliari!












