Natasha Hai e Valentina Zubko, due ucraine con altrettante storie diverse, la prima arrivata in Sardegna da poche ore e la seconda da 20 anni. Ciò che le unisce è il dolore per il loro paese, martoriato dalle bombe e dal fuoco della Russia. Natasha giovanissima: 23 anni, un figlio da crescere da sola, a Rivne, Ucraina dell’est, lavorava come cameriera. È arrivata nella nostra Isola grazie alla missione di ricongiungimento familiare promossa dall'”Sos Elmas” e altre realtà. A Cagliari lavora il fratello, Alessandro: “Lei è venuta qui, i nostri genitori no perchè sono voluti rimanere in Ucraina, hanno detto che quella è la loro terra da difendere”. Alessandro e Natasha sono ovviamente preoccupati per la sorte del padre, della madre e di tutti i loro cari rimasti nel paese, e la speranza è solo una: “Che la guerra finisca presto”. Natasha vivrà insieme al fratello e potrà offrire al suo bimbo un futuro decisamente migliore.
È riuscita a riabbracciare la nipote, invece, Valentina Zubko, badante ucraina in Sardegna da anni: “Stava studiando a Kiev. Sono qui da vent’anni, in Ucraina ci sono i miei genitori, mio figlio e mia nuora. Ieri hanno bombardato la casa di miei amici, sono morti tutti, anche un bimbo di dieci anni”. Accanto a lei c’è Giovanna Manca, sarda doc: “Un’amica di Valentina, anche lei Ucraina, lavora con me. Per me, anche loro, sono la mia famiglia”. E la Zubko si emoziona e piange: “Lì c’è ancora mio figlio, deve rimanere in Ucraina a combattere”.












