Tavolini sì, tavolini No, questo è il dilemma, soprattutto oltre la mezzanotte: sì, no, forse. E sul “piatto d’oro” c’è il Piano Anti-Rumore, rivisto, regolamentato, una scure però tagliente che si abbatte sui cosiddetti “attori principali e finali”, (i titolari dei locali dei quartieri), con un polverone che sta dietro le quinte che fa più rumore, argomentato con una fitta burocrazia tra Regione e Comune di Cagliari a suon di carte protocollate da un ufficio all’altro.
IL RISCHIO. Il rischio, quello peraltro paventato e reale, è che i gestori di locali, pizzerie e ristoranti della Marina debbano “smantellare” tavolini e sedie allo scoccare della mezzanotte. Sì, lo decreta Mamma Regione, con tanto di documenti cartacei di riunioni, tavoli tecnici e provvedimenti, che da un lato metterebbero il Comune di Cagliari nelle condizioni di “eseguire” , (con la firma del primo cittadino Massimo Zedda) a rendere ufficiale l’ordinanza e dare seguito a quel che si prospetta da qui ai prossimi mesi. La morte di decine di locali e realtà del rione, con un danno economico inevitabile, uno schiaffo anche a turisti e visitatori.
IL SINDACO. Già, proprio così, ma il sindaco Massimo Zedda, occorre rammentarlo, ha chiesto più volte alla Regione di “rivedere in seno alle esigenze dei commercianti e di riconsiderare il limite massimo dell’orario di apertura delle attività che si svolgono nelle concessioni di suolo pubblico all’aperto, limite previsto dal Tavolo Tecnico costituito presso l’assessorato regionale, fino alle 24:00 per tutto l’anno con la sola esclusione del periodo estivo per il quale l’orario potrà arrivare fino alle ore 01:00 nei giorni di venerdì e di sabato”.
LA LETTERA. In particolare c’è una missiva datata 29 marzo 2017, recentissima, con la quale il primo cittadino di Cagliari chiede di rivedere proprio tutta la delicata faccenda. Uno scambio di lettere protocollate tra l’amministrazione comunale e gli uffici dell’assessore alla Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna, nella persona dell’assessore Donatella Spano per rimodellare la vicenda che tiene sulle spine loro, proprio i titolari e gestori dei locali. Massimo Zedda in una lettera inviata all’assessore regionale Spano lo scrive a caratteri cubitali: “Non sono i tavolini e i clienti seduti ai bar o nei ristoranti a rumoreggiare e a disturbare il sonno dei residenti, bensì al fenomeno di tanti giovani che sostano nelle piazze e nelle strade fino a notte fonda, fenomeno che rammenta Zedda non verrà certo risolto con la restrizione degli orari per le attività di somministrazione di alimenti e bevande”.











