Monserrato – Acini dorati per il grappolo d’uva in vetro di Murano: presentata l’opera che accoglierà cittadini e visitatori in città, il sindaco Tomaso Locci: “Rappresenta l’importanza che la tradizione vitivinicola ricopre nel nostro territorio, il color oro simboleggia sia il Moscato che la richezza che ha generato per intere famiglie la produzione del vino”. Attesa finita per il nuovo arredo urbano che da oggi decora la rotonda di via San Fulgenzio: un grappolo d’uva che rappresenta la vocazione della tradizione vitivinicola locale, unica nel suo genere in tutta la Sardegna. Svelata ufficialmente dal sindaco Tomaso Locci e dalla sua amministrazione attraverso l’inaugurazione avvenuta questa sera, anche se, sin dall’installazione del primo acino, è stata presa d’assalto dai “paparazzi” che hanno immediatamente postato le immagini su facebook, svelando così in anticipo forma e colori del monumento. Un percorso lungo e travagliato questo dell’opera collocata per il quale niente è stato lasciato al caso. “A seguito di varie sperimentazioni, l’opera e la rotonda rientrano in una riqualificazione generale della nostra città ma soprattutto la messa in sicurezza di essa. Il tutto nasce già tre, circa quattro anni fa, dopo la fase iniziale abbiamo constatato la funzionalità della rotonda che dava più sicurezza all’interno del traffico. Abbiamo così deciso di realizzare la rotatoria e siccome Monserrato è sempre stata è stata la culla del vino, una delle città più importanti di tutta la Sardegna per la produzione dei vini, abbiamo pensato che fosse necessario dare un riconoscimento alla nostra identità, cosa che sinora non era stata mai fatta. L’ingresso dove è collocata è uno dei principali ed era anche la via di passaggio per i carri trainati dai buoi che trasportavano l’uva alle cantine. Abbiamo pensato di realizzare un grappolo, una vera e propria opera d’arte e dopo aver valutato gli artisti migliori abbiamo pensato che, oltre a far lavorare i nostri artisti locali, che sono sempre chiamati per tante altre opere, abbiamo ricercato quali altre città rappresentassero la cultura del vino trovando ad Asti un grappolo molto più importante sicuramente del nostro”. Ecco, quindi, come è nata l’idea. “In molti si chiedono, purtroppo per ignoranza, perché sia un grappolo di color oro o comunque un colore ambrato: la scelta è significativa poiché rappresenta il Moscato, la qualità per eccellenza della nostra zona, e il vino è come l’oro. Soprattutto in passato pressoché tutte le famiglie vivevano, bene, grazie alla lavorazione dell’uva. Purtroppo le amministrazioni passate non hanno saputo ben valorizzare questa fortuna come invece hanno fatto quelle di Dolianova, Serdiana e Alghero, per esempio, e da noi le cose sono cambiate, ma prima non c’erano famiglie che non producevano vino”.











